Subito dopo la strage di San Bernardino, in California, che è costata la vita a 14 persone per mano di una donna ed un uomo pesantemente armati si sono alzate le voci contro la vendita delle armi negli Stati Uniti, una questione aperta e dibattuta nonostante le resistenze della lobby delle armi che continua a vincere. E’ vero che l’indomani stesso della strage il Senato americano ha rifiutato i maggiori controlli sulle vendite richiesto dai Democratici ma la data è frutto della casualità.
Fiumi di opinioni sulla scottante questione hanno nuovamente invaso i media europei. Le televisioni di informazione francese hanno trasmesso dibattiti in looping sulla questione.
A prescindere dall’argomento estremamente serio della diffusione delle armi da fuoco negli USA, un argomento caro al Presidente Obama che tenta inutilmente di far firmare una regolamentazione al Congresso per evitare l’alto numero di sparatorie mortali, i drammi nei campus ed altri fatti criminali, il soggetto è un altro.
Siamo in piena emergenza terrorismo. Parigi è ancora in lutto ed il pericolo è dietro l’angolo. Le minacce mirano Parigi e la Francia intera, Roma, Londra, Washington. Abbiamo visto i recentissimi attentati in Libano ed in Tunisia.
A Parigi le tecniche dell’ISIS sono cambiate. Il triplo attacco contemporaneo è stato un vero e proprio attacco di guerra. Dalla notte della strage parigina la Francia è in Stato d’emergenza. Perquisizioni in Francia ed in Belgio hanno fatto scoprire depositi d’armi pesanti. Eppure in Europa non si vendono le armi al drugstore…
I due assassini di San Bernardino erano pesantemente armati e la California ha riqualificato la strage in “atto terroristico”. David Bowdich, responsabile FBI a Los Angeles ha affermato che esistono prove che dimostrano che l’attacco è stato minuziosamente preparato. La donna, Tashfeen Malik aveva dichiarato fedeltà all’Isis, del compagno, Syed Farook, si sa meno.
L’Isis ha plaudito la coppia definendo i due “soldati del califfato”. Una sorta di rivendicazione indiretta. Non dimentichiamo l’enorme propaganda che sta facendo l’Isis non solo via i social network ma anche i propri media. La diffusione per esteso dei video dell’organizzazione terroristica da parte di alcuni giornali on-line è insensata e pericolosa. I media non devono servire a fare da eco alla propaganda terroristica.
Mentre il Presidente Obama sembra scoprire infine i lone wolves quando ha dichiarato “‘E’ possibile che i due attentatori siano stati radicalizzati per compiere questo atto di terrore‘”, aggiungendo ”l’Isis e altri gruppi terroristici istigano la gente, in tutto il mondo e nel nostro Paese, a commettere terribili atti di violenza, spesso agendo come lupi solitari. Tutti noi dobbiamo lavorare per prevenire la possibilità che la gente cada vittima di queste ideologie dell’odio”. Una dichiarazione che potrebbe essere estratta da un archivio. Invece no, data di questi giorni. Se anche gli USA non stanno monitorando il web per cercare di capire dove e chi si sta radicalizzando, allora siamo messi male.
Unica giustificazione che vale per tutti i paesi, “lupo solitario” può essere chiunque. Dall’esaltato pazzo, al ragazzo irretito da falsi Imam che lavano il cervello con una falsa interpretazione del Corano.
Ma per tornare al dibattito fuori tema di questi giorni, la Francia dovrebbe riflettere un po’ di più alle armi che circolano sul suo territorio. Questo vale anche per il Belgio. In entrambi i paesi sono state trovate tonnellate di armi da guerra e di esplosivi durante le perquisizioni facilitate dallo Stato d’emergenza.
Certo non sono armi comprate in un drugstore… che si tratti di terrorismo o di gran banditismo… magari arrivano dalle filiere dei Balcani passando dalla Serbia.
Ma era più facile puntare il dito contro le lobby, come se fosse il momento giusto. L’ipocrisia regna in Francia, paese dove il tema della “sicurezza” prevale in ogni campagna elettorale.
Luisa Pace