Dopo il “carc’in culo”, dichiarato lecito e promesso a chi gravemente ci offende (versione moderna e gesuitica dell’offerta dell’altra guancia) Papa Francesco si è esibito in una magistrale esibizione di “pesci in faccia”. Sulla faccia di Marino, il Sindaco, anzi Mezzosindaco di Roma andato a farsi vedere, spacciandosi per invitato, al Congresso sulla famiglia a Filadelfia.
Una volta i Papi aprivano le braccia per accogliere i peccatori, ricevevano i Capi di Stato caduti in disgrazia (anche un Sultano di Costantinopoli deposto dai suoi pascià) Papa Francesco, forse già ben ambientato in Italia, ci tiene, invece, a smentire “cattive amicizie”, rapporti con personaggi di malaffare che ti rovinano la reputazione e la cui frequentazione può dar luogo, se non per i Papi, certo per la gente comune ed anche per quella non tanto comune, a “misure di prevenzione” o, peggio ancora, alla esposizione mediatica al pubblico ludibrio.
Così ad Ignazio Marino, ex sindaco ed attuale Mezzosindaco di Roma, Città dichiarata “mezza mafiosa” (con il quartiere balneare decisamente “infiltrato” dalla mafia), al quale hanno tagliato le unghie sottraendogli tutte le competenze dei settori amministrativi in cui si può rubare (cioè di alcuni, perché rubare si può, volendo, dovunque) si è preso poderosi “pesci in faccia” da parte di Sua Santità, che, durante i suoi viaggi aerei sfodera le sue insofferenze e le sue reazioni non proprio ispirate a cristiana mansuetudine.
Il povero Marino, dichiarato mezzo decaduto per mafia (però solo “balneare”) della Città da lui amministrata aveva pensato bene di andarsi a far vedere vicino al Papa al Convegno di Filadelfia, ché, magari, negli Stati Uniti i sindaci o sono tali o non lo sono affatto e nessuno pensa che un sindaco possa essere tale solo a metà.
Scegliere quest’occasione per far dimenticare il suo dimezzamento non era poi un’idea troppo sballata. Il pretesto del Giubileo era stata la motivazione ufficiale del provvedimento del Governo Renzi che lo ha “dimezzato” (“sollevandolo” dall’eccessivo peso delle attività straordinarie necessarie per l’evento giubilare) ed anche il pretesto, benché sottaciuto, della sua mancata defenestrazione “per intero” (non lasciare Roma senza Sindaco durante il Giubileo, per “coprire” il motivo vero: quello di voler evitare rovinose nuove elezioni).
Così Marino si è inteso in dovere (si fa per dire) di “far pratica” di grandi manifestazioni cattoliche facendosi passare per invitato (in funzione pre-giubilare) dal Papa a Filadelfia. E la sua antica predilezione per viaggi e permanenze “spesate” in USA ha fatto il resto.
Non ha fatto i conti con il caratteraccio di Francesco e con la sua preoccupazione di non dar pretesto ad episodi che possano scalfire il gradimento delle folle, suo principale obiettivo.
Alla domanda dei giornalisti sulla presenza di Marino a Filadelfia, Papa Francesco non si è limitato a dire che ognuno poteva intervenire, che tutti erano graditi. E’ stato di una durezza estrema: “Io non lo ho invitato” “ho domandato agli organizzatori” (dicendosi così sorpreso sgradevolmente della sua presenza) “che mi hanno assicurato che non lo hanno invitato”. E poi quell’ “è chiaro?”.
Come per dire: non cercate di attribuirmi una colpa che non ho.
Se questi non sono pesci in faccia, non so come altro definirli. E, come se non bastasse ha pure aggiunto: “Marino si professa cattolico e quindi è voluto venire”. Come dire: “dice lui di essere cattolico…anche se…”.
In altri tempi i Papi non si sarebbero mai pronunziati sulla questione di una presenza indesiderata ad una loro funzione. Ci sono in Vaticano, Segretari di Stato, Maestri delle Cerimonie, portavoce, capi dell’ufficio stampa cui sarebbe stato affidato il compito di esprimersi, in modo possibilmente non troppo esplicito su una presenza spiacevole.
Ma, considerato il livello etico-intellettuale di Marino c’è da ritenere che, malgrado il pontificale “è chiaro?” egli sia persino capace di considerare questa “attenzione” come un privilegio a lui concesso.
Vale la storia del soldato della Vecchia Guardia napoleonica che era andato commosso ed estasiato dai suoi camerati al bivacco, dicendo trasognato: “l’Imperatore mi ha parlato…l’imperatore mi ha parlato” ed alle espressioni incredule dei commilitoni che gli chiedevano “ah! si? E che ti ha detto?” rispondeva “Levati di lì imbecille!!”.
Si direbbe che Papa Francesco conosca questa barzelletta. Per questo ha aggiunto quel perentorio e tagliente “è chiaro?”.
E’ chiaro. E’ chiaro che Marino è oramai impresentabile ed infrequentabile.
Anche da parte di chi ha, o dovrebbe avere, una gran dose di cristiana carità.
Mauro Mellini – www.giustiziagiusta.info