E così hanno scarcerato anche Fabrizio Corona.
Sono contento per lui, non sono un giustizialista che vorrebbe riempire le carceri, ho sempre pensato che il Beccaria tutto sommato avesse ragione, e sapere che un pregiudicato ha lasciato il carcere in anticipo, evidentemente perché si è ritenuto che se lo fosse meritato, mi fa piacere.
Quello che mi scoccia è la campagna buonista che da mesi si è scatenata nei confronti di Corona.
Non era insolito leggere frasi del tipo “quel delinquente ha ammazzato la moglie ed è ancora a piede libero, e Corona invece è in galera”.
Oppure “quel politico ha rubato i nostri soldi e non gli hanno fatto niente, Corona per due foto lo hanno crocifisso”.
E così via.
La mamma, povera santa mamma che come tutte le mamme (in questo caso di livello culturale e sociale elevato) non si dà pace di avere un figlio scavezzacollo, ha fatto un appello accorato qualche tempo fa: “Mio figlio sta male, ha bisogno di cure fuori dal carcere”.
Povero.
Proprio a lui doveva capitare la sfiga di stare male in carcere, mentre tutti gli altri, rilassati nelle loro suite a cinque stelle con piscina e playmate personale, se la spassano felici.
L’avvocato difensore chiosa: “Sono contento per Fabrizio, era un bravo ragazzo”
Ora l’avvocato difensore, poveraccio, che deve dire? Sto difendendo un disgraziato? Ovvio che no. Però sotto sotto definire Corona “un bravo ragazzo” gli deve essere costato, visti i dati.
Completa il quadro Don Mazzi irruente e diciamo “alternativo” sacerdote, che lo accoglierà nella sua comunità Exodus, il quale dice “Sono incazzato! Che cosa avrà fatto mai Corona? Ha fatto qualche foto ed è scappato con una 500 in Portogallo, se non lo liberano sarà una triste storia della giustizia italiana”.
Insomma, ce n’è abbastanza – sembra – per rivolgersi alla Corte dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo e far condannare l’Italia.
Ma è proprio così?
No perché se è vero che molti delinquenti non vengono assicurati alla giustizia e di questo dobbiamo dolercene di sicuro, non è che per questo motivo quando una persona viene condannata allora dobbiamo per forza compatirla.
E poi, ‘sto Corona, avrà fatto qualcosa, o l’hanno condannato solo perché è belloccio?
Narrano che al liceo lo bocciarono perché disse ad un professore “ciccione e omosessuale”. Il castello difensivo si sgretola subito, come si vede.
Poi incontra Lele Mora, che conosciamo per altre edificanti vicende sociali e giudiziarie, e mette su un’agenzia fotografica.
Il fatto che non sappia neanche cosa sia una macchina fotografica conta poco, in fondo per aprire un ristorante non è necessario saper cucinare, no!?
Peccato che evidentemente per i giudici questa agenzia facesse altro perché viene condannato in via definitiva da due tribunali diversi per estorsione.
Infine quando la Cassazione decide di confermare il fatto che vendere a dei personaggi famosi foto piccanti non è commercio ma estorsione, fugge in Portogallo.
A Don Mazzi vorrei dire che è vero, la fuga in 500 fa tanto “tragedia di un uomo ridicolo”, e che sarebbe stato molto più romantico se fosse scappato con una Ferrari Testarossa, o al limite su una Due Cavalli se proprio vogliamo essere alternativi.
Ma se faranno un film sulla vita di Corona, potranno sempre cambiarla come licenza poetica, peccato che scappare con una macchinetta non si configuri per la legge italiana come attenuante: se ti sottrai all’arresto in 500, in aereo o a piedi, sempre latitante sei.
Ah, per inciso, la condanna a oltre sette anni è dovuta alla somma di una serie di condanne definitive (tecnicamente si parla di pluripregiudicato), una delle quali è per “detenzione e spendita di banconote false e detenzione e ricettazione di una pistola”.
Torniamo all’inizio, dunque.
Sono contento che Fabrizio Corona sia stato scarcerato, ma spero anche che nessun buonista continui a romperci le palle con la storia del bravo ragazzo.
I bravi ragazzi sono quelli che si alzano la mattina, vanno a lavorare, mantengono la famiglia, e non quelli che estorcono denaro a personaggi famosi con fotografie compromettenti.
Quelli si chiamano in altro modo.
Rodocarda