I terroristi dell’Isis avrebbero già rivendicato l’attentato di Lahore dichiarando via twitter che le “chiese cattoliche di Lahore sono diventate un target subito dopo le dichiarazioni vaticane sul sostegno all’intervento della coalizione”. Un’altra “breaking news” twitter dell’Isis riporta: “lo Stato Islamico del Khorasan rivendica la responsabilità degli attacchi alle chiese dopo che il Vaticano ha ammesso il suo supporto alla Coalizione-USA.
Ci sarebbe quindi la barbara organizzazione dietro la morte di almeno 15 persone ed il ferimento di 78, secondo quanto comunicato dal direttore della sanità della regione pachistana, Zahid Pervaiz. Un doppio attentato kamikaze perpetrato domenica mattina nel quartiere cristiano della seconda città del Pakistan.
Secondo la polizia della regione del Pendjab, invece, le prime rivendicazioni sono giunte dal gruppo integralista Jamaat-ul-Ahrar, legato ai Talebani. In una mail trasmessa all’agenzia stampa francese AFP, un portavoce del Tehrik-e-Taliban Pakistan – il TTP, movimento dei talebani del Pakistan, Ehsanullah Ehsan ha rivendicato gli attentati suicidi.
Due poliziotti sono morti cercando di bloccare i kamikaze che si sono fatti esplodere.
Alla strage ha fatto seguito una manifestazione di collera di centinaia di cristiani che si sono messi a lanciare pietre sulle forze dell’ordine accusandoli di non proteggerli.
In realtà le dichiarazioni additate dovrebbero essere quelle del rappresentante del Vaticano all’ONU, a Ginevra, l’arcivescovo Silvano Tomasi, che ha apportato un insolito sostegno al ricorso alla forza in Iraq ed in Siria contro le atrocità commesse dall’organizzazione Stato Islamico che ha accusato di genocidio, in un’intervista al sito americano cattolico Crux. Sempre secondo Monsignor Tomasi “bisogna cercare di raggiungere un accordo politico senza violenza ma, se questo non è possibile, sarà necessario ricorrere alla forza”. Anche Papa Francesco aveva denunciato “l’intollerabile brutalità” al quale il gruppo islamico integralista sottopone i cristiani d’Oriente ed altre minoranze in Iraq e Siria ma la posizione del Vaticano è quella di opporsi all’uso della forza nella regione.
Luisa Pace