Lasciano tabula rasa dietro ogni loro passaggio. Sapranno anche utilizzare molto bene sofisticati mezzi moderni per farsi propaganda con i loro video di minacce o di auto sublimazione per cercare nuovi adepti ma non sono altro che moderni vandali e barbari. Non paghi del sangue che lasciano dietro di loro, non paghi delle vite rubate, delle donne stuprate e dei bambini asserviti perché non pregano quello che loro chiamano il loro dio i miliziani del califfo distruggono anche l’opera dell’uomo. Meglio una statua di una vita, certo. Sembra quasi impudico parlare delle grandi opere secolari che stanno distruggendo appositamente e con non celata gioia. Ma impudico è cancellare per sempre i passaggi di tante generazioni umane sulla terra e che nei secoli hanno lasciato tracce per le generazioni future. Tracce diventate preziose opere d’arte che ci si sforza di riportare e mantenere in vita grazie al lavoro di archeologo e restauratore.
I fanatici dell’IS stanno facendo circolare un video in cui armati di martello, nel museo che ospita le antiche statue, mentre distruggono resti dell’antichissima città di Nineveh, in italiano Ninive, ora in Iraq ma forse nata durante l’Impero Assiro e nel tempo abitata da babilonesi, persiani, sciiti, cimmeri… L’antichissima capitale dell’Assiria le cui rovine distano oggi un chilometro e mezzo dal fiume Tigri sta scomparendo definitivamente. Attribuita all’epoca a.C. ha visto passare tutti. Qualcuno ne ha salvato dei ricordi, delle statue poste in un museo sul posto.A loro, ai barbari, non piace che a Niveneh sia stata adorato il dio Nergal, un’antica divinità mesopotamica del Sole e del fuoco ed anche dio della guerra, della peste e dei flagelli. Già i jihadisti non risparmiarono i mausolei musulmani in Mali, bruciando anche 2000 testi antichi, perché quindi risparmiare i resti di Niveneh? Del resto continuano a bruciare libri sul loro passaggio, come gli strumenti musicali. Vorrebbero far scomparire la storia dietro di loro? Vorrebbero ricostruirla loro facendo tornare il mondo nel buio? Vorrebbero nascondere tutto così come i talebani hanno nascosto la bellezza e l’intelligenza delle donne afgane sotto i teli dei burqa? Si può nascondere la bellezza che sia esteriore o interiore, si possono distruggere alcuni resti storici, unici ricordi di un’umanità scomparsa. Si possono massacrare intere popolazioni ma qualcuno resterà sempre per ricominciare a testimoniare, per recuperare qualche pezzo di polverosi cocci e rimetterli insieme per le generazioni future.
La storia dell’uomo è tristemente costellata da costruzioni e distruzioni. Trascorrono i secoli ed i millenni. Potremmo infine auspicare, sperare con forza che la storia insegni qualcosa per non ricominciare stancamente da capo. Dove vorranno arrivare? Quanto sangue, lacrime e polvere intendono lasciarsi alle spalle? Ed è in un cimitero di anime ed antichi resti che intendono regnare?
Non c’è risposta ancora. Fin qui siamo arrivati. E’ la fine delle mura di Niveneh. Fermiamoci.
Luisa Pace