Il reporter britannico John Cantlie è riapparso in un video-documentario. Questa volta parla dalla città siriana di Aleppo.
Come in un vero reportage ha mostrato come la città era dinamica e vitale dopodiché ha mostrato delle macerie provocate dai raid aerei della coalizione. Ma, ha spiegato, nulla ferma i Mujaheddin che continuerebbero, come la popolazione a vivere quasi serenamente il loro quotidiano evitando, per forza di cose, i quartieri più facilmente soggetti a bombardamenti.
Cantlie mostra il mercato, un Mujaheddin mentre pesca con una canna col mulinello come se la vita fosse un lungo fiume tranquillo, altri discutono in riva ad un lago, mentre alcuni abitanti ristrutturano con perizia antiche case per far brillare Aleppo come un tempo. I bambini frequentano “tranquillamente” una scuola coranica.
Parla anche da una sorta di mini cinema improvvisato, dove un signore lo guarda perplesso e sembra chiedersi “Ma cosa dice?”, sempre che quest’ultimo capisca l’inglese.
Qualche intervista strada facendo completa il documentario il cui momento culminante è la dichiarazione di un jihadista francese che, al microfono, come per una qualunque intervista, esprime la propria soddisfazione per i recenti attentati e, guarda caso, chiama i fratelli musulmani a continuare gli attacchi in Occidente.
Secondo quanto annunciato da John Cantlie si tratterebbe dell’ultimo documentario della serie.
Luisa Pace