Parigi è stata definita la capitale del mondo per questa domenica di gennaio.Al di là delle polemiche sulle strumentalizzazioni politiche, sui comunitarismi che hanno potuto nascere in questi giorni, l’11 gennaio deve restare il segno di un giorno storico. Un giorno “emotivo” in cui il popolo ha avuto il sopravvento sulle strette di mano presidenziali. Un giorno che si doveva vivere.
Abbiamo visto immagini storiche, Netanyahu e Abbas nella stessa linea, a pochi metri, per la marcia contro il terrorismo. Il Presidente del Mali, vicino ad Hollande ed alla Merkel, David Cameron, l’Imam di Drancy Hassen Chalghoumi ed il Rettore della Grande Moschea di … Maghreb, Europa, Africa, Ukraina, Israele e Palestina…Nord America, Giordania, Nigeria… sono rappresentati. Quattrocento metri storici che devono dare i loro frutti perché solo la continuità dell’unità può rivelarsi efficace tanto più che alla marcia hanno partecipato rappresentanti di paesi che non rispettano il diritto di stampa.
Chi ha veramente condotto la marcia sono stati i famigliari e gli amici delle vittime, sono loro che hanno dato il via, tutti uniti nel dolore ma per mostrare il loro NO alla barbarie.
Le comunità laica, ebraica, musulmana unite al dolore delle famiglie delle vittime di Charlie Hebdo, a quelle dei poliziotti, a quelle del supermercato ebraico.
Ma la folla anonima che si è raccolta a Place de la République già dalla mattinata solo per dire “non abbiamo paura” è stata forse quella più vicina alle famiglie delle stragi di questi giorni. Tra République e Nation, il tragitto della marcia, nessuno riesce a muoversi. La voglia c’è ma la folla è tale che non c’è modo per le centinaia di migliaia di persone radunatesi di muoversi. Anche i corridoi d’evacuazione si sono saturati in poco tempo. Una folla cosmopolita che svendola bandiere di tanti paesi. Una folla silenziosa. un silenzio rotto solo dal rumore degli elicotteri e da alcune grida “Je suis Charlie”.
Già sabato circa 700.000 persone si sono riunite spontaneamente in tutta la Francia in risposta agli attentati al giornale Charlie Hebdo ed alla presa d’ostaggi del supermercato ebraico di Parigi. Cortei senza precedenti che non possono, non devono restare fissati nel cliché di qualche giorno di emozione.
Ricordiamo i nomi delle vittime della barbarie di questi giorni in un ennesimo omaggio senza differenze. Chi è morto per una vignetta di troppo e chi è morto perché era semplicemente andato a fare la spesa…
Jean Cabut, Stéphane Charbonnier, Philippe Honoré, Bernard Verlhac, Georges Wolinski, Bernard Maris, Elsa Cayat, Mustapha Ourrad, Michel Renaud, Frédéric Boisseau, Franck Brinsolaro, Ahmed Merabet, Clarissa Jean-Philippe, Yohan Choen, Yoav Hattab, Philippe Braham, François-Michel Saada.
Luisa Pace