Violento attacco terroristico al settimanale satirico francese Charlie Hebdo in piena Parigi.
La redazione è stata assaltata da tre uomini incappucciati armati verso le 11,30 di stamani. Il bilancio provvisorio è di 12 morti, tra i quali due poliziotti e cinque feriti gravi. L’attentato è di evidente matrice terroristica effettuato con armi da guerra: un kalashnikov ed un lancia-razzi.
Ancora sotto protezione nell’edificio una quarantina di persone, secondo quanto dichiarato dal Presidente Hollande recatosi sul posto che ha aggiunto: “Si tratta di un attentato terroristico di estrema barbarie, che è stato commesso a Parigi contro un giornale, espressione della libertà e contro giornalisti che hanno mostrato di poter agire in Francia per difendere la libertà delle loro opinioni e proprio per quello erano protetti”.
Il piano anti attentati Vigipirate è stato ulteriormente alzato non solo nel perimetro del giornale e finché gli attentatori in fuga non saranno presi ma anche in tutta la regione parigina chiamando per quanto possibile all’unità nazionale. Il rischio di nuovi attentati non è ancora escluso.
Il Presidente ha confermato che si tratta di un attentato terroristico. Diversi attentati sono stati sventati negli ultimi mesi nella città in allerta massima da tempo e soprattutto dal suo ingresso nella coalizione anti Isis. Francia ed Inghilterra stanno vivendo lo stesso pericolo.
Anche se l’attentato non è ancora stato rivendicato ufficialmente la matrice terroristica è ormai certa, senza contare che i terroristi avrebbero urlato “Allah Akbar”.
L’antiterrorismo francese sorvegliava, fino a qualche mese fa con una camionetta di polizia e recentemente con un’auto banalizzata e due poliziotti in civile il settimanale satirico che aveva pubblicato nel 2007 delle caricature del profeta Maometto. Da quel momento il settimanale riceveva frequenti minacce, che non erano aumentate nell’ultimo periodo.
Un giornalista egiziano e musulmano, sul posto, ha presentato le sue condoglianze alla redazione di Charlie Hebdo invitando ad evitare la confusione fra dei terroristi (di qualsiasi religione o origine siano) e la comunità religiosa musulmana o gli arabi laici.
I terroristi siano legati ad un’organizzazione. Sono riusciti a fuggire con una Citroen nera provocando sparatorie anche davanti alla sede dell’ex-PCF in place du Colonel Fabien e poi verso il Nord della città alla Porte de Pantin, dove hanno cambiato auto obbligando un conducente ad uscire dalla propria Clio grigia. Il Presidente ha chiesto il loro arresto e la loro traduzione davanti alla giustizia.
Nel 2013, lo stesso Charlie ued il quotidiano Libération erano stati colpiti da un incendio criminale.
“La volontà degli attentatori sarebbe quella di far tacere quella parte della stampa che più di ogni altra, grazie all’ironia e alle caricature, usa della sua libertà“. Affermava poco fa alla radio nazionale France Inter il direttore del quotidiano L’Express, Christophe Barbier.
La Francia è stata colpita nella libertà di stampa e Charlie Hebdo è ancor più simbolico per le sue posizioni laiche e satiriche nei confronti di tutte le religioni.
Tra le vittime dell’odioso attentato quattro tra i più grandi vignettisti francesi
Stéphane Charbonnier, alias “Charb”, direttore della redazione. Jean Cabut, alias “Cabu”. Georges Wolinski, uno dei creatori della rivista e Bernard Verlhac, detto Tignous.
Nessuno doveva abbattere la loro matita. Siamo tutti Charlie Hebdo!
Luisa Pace