Chi scrive nel 2008 era l’orgoglioso presidente del circolo di Legambiente di Carovigno, Io e i 63 iscritti ci dimettemmo dall’associazione per una risposta durissima che ricevemmo dal “comitato dei garanti” a cui ci eravamo rivolti per chiedere giustizia su comportamenti che ritenevamo scorretti di alcuni dirigenti nazionali. Uno dei “garanti” si chiamava Luca Odevaine poi diventato Presidente della fondazione di Legambiente Integra/Azione.
Nei giorni scorsi Il tribunale del riesame di Roma sui fatti di “Mafia capitale” ha confermato il carcere per Luca Odevaine, e gli arresti domiciliari per la segretaria della fondazione Integra/azione sig.ra. Callistri. Le accuse sono innumerevoli e gravi compresa l’associazione mafiosa.
Secondo gli inquirenti e il giudice del riesame la fondazione “Integra /Azione” nata per la protezione dei migranti e per la tutela della legalità altro non era che una delle centrali operative di un consesso mafioso che gestiva e lucrava sulle tragedie umanitarie.
Trovo insopportabile che Luca Odevaine già delinquente comune, oggi inquisito anche per mafia, abbia giudicato me e gli altri iscritti di Legambiente come è semplicemente assurdo che costui sia diventato presidente di una fondazione di proprietà dell’associazione .
Questa è la realtà Sig. Presidente Cogliati Dezza realtà a cui non si può opporre, come invece accade, il silenzio.
In questa sconvolgente vicenda la dirigenza nazionale di Legambiente (l’attuale è in massima parte la stessa del 1995 anno in cui Odevaine entrò nel direttivo nazionale) non è da ritenersi come Lei ha affermato “parte lesa” ma, io credo, moralmente “corresponsabile”.
Infatti ci sono precise e gravi responsabilità quali:
Aver consentito nell’arco di quindici anni ad un avventuriero già pregiudicato come Luca Odevaine (condannato a quasi tre anni di carcere per Droga e ricondannato per assegni falsi) di diventare importante dirigente nazionale e membro del “collegio dei garanti“ di Legambiente rendendogli possibile un successivo percorso istituzionale di altissimo livello.
Aver affidato nel 2012 a Luca Odevaine la presidenza della fondazione di Legambiente integrA/Azione senza le opportune verifiche.
Aver omesso qualsiasi tipo di controllo sull’amministrazione e sui rapporti istituzionali che la fondazione IntegrA/Azione poneva in essere.
L’ex senatore Francesco Ferrante dirigente apicale di Legambiente e vicepresidente d’integrA /Azione ha detto in un’intervista: “So che adesso mi tocca fare la figura del cretino ma non m’ero accorto di niente”.
Il Sig.Ferrante ha molti incarichi di grande prestigio e responsabilità, infatti, egli è:
Dirigente nazionale di Legambiente.
Rappresentante legale e tesoriere del partito “Green- Italia”
Amministratore delegato della s.r.l italia-green
Vicepresidente del “Kyoto Club”
Presidente della società di Legambiente “Meno watt”
Vicepresidente della fondazione di Legambiente Integra/Azione
Tutti questi incarichi danno molto lustro e visibilità ma anche qualche onere tra cui proprio quello del “controllo” degli enti che si rappresentano. “Non accorgesi” delle attività illecite di Odevaine e della sig.ra Callistri non è questione di bella o brutta figura ma una precisa responsabilità a cui si deve rispondere in modo adeguato. Si chiamano dimissioni da tutti gli incarichi.
Questo vale per il dirigente Francesco Ferrante e per l’intera segreteria nazionale di Legambiente che probabilmente troppo impegnata a occuparsi di alta finanza e a fondare società e partiti ha perso di vista le proprie finalità statutarie e non ha vigilato al proprio interno fino a permettere che personaggi equivoci come Odevaine coinvolgessero Legambiente nelle loro sporche attività criminali.
Legambiente è un grande patrimonio dell’intera nazione ed è fatta da decine di migliaia di persone oneste che lavorano nei circoli locali volontariamente e silenziosamente (sarebbe ora che si facessero sentire……). La tutela di questo patrimonio impone comportamenti corretti e rigorosi da parte di tutti a cominciare dai dirigenti nazionali sempre solerti nel distruggere giustamente o ingiustamente le altrui carriere, sempre inflessibili nell’applicare lo statuto di Legambiente per punire ed espellere iscritti e circoli per cose infinitamente meno gravi di quanto accaduto a Roma.
Un’ultima cosa, una dichiarazione di Ermete Realacci su Odevaine: da Huffington Post dell 8 dicembre u.s.
Ermete Realacci, che lo conobbe ai tempi della comune militanza in Lega Ambiente, è basito: “Per i casi della vita sono dieci anni che non ci parlo. Io so che allora ci avrei messo la mano sul fuoco. Allora. Oggi le intercettazioni sono da romanzo criminale. Mi pare anche però che i fatti contestati dalla procura non riguardino il lavoro di allora”.
Non c’è che dire ottima e tempestiva presa di distanza del vostro “Presidente Onorario”. Vi ha scaricato perfino Lui.
Elio Lanzillotti