E’ certo che il pilota giordano Muadh al Kassasbe è stato catturato dalle milizie dell’ISIS dopo che l’aereo è precipitato in territorio siriano.
L’ISIS ha rivendicato immediatamente l’abbattimento e la cattura del giovane pilota della cui sorte non si sa ancora nulla. Di lui solo le immagini di quando è stato preso.
Oggi, gli Stati Uniti hanno dichiarato che l’aereo non sarebbe stato abbattuto dai jihadisti dell’IS. Secondo il Comando americano incaricato del Medio Oriente (Centcom): “Gli elementi probatori indicano chiaramente che l’IS non ha abbattuto il velivolo, un F16 giordano schiantatosi nei pressi di Raqqa, nel Nord della Siria, contrariamente a quanto afferma l’organizzazione terroristica”.
Prima di questa dichiarazione, un responsabile americano che ha mantenuto l’anonimato aveva dichiarato a sua volta che “gli americani non sarebbero in grado di affermare se l’aereo militare è precipitato a causa di un’avaria o se è stato abbattuto dagli insorti”.
Da parte loro, i miliziani dell’Isis pubblicano sui social network foto dell’aereo in fiamme che precipita.
Mentre si intrecciano le versioni sul come l’aereo sarebbe precipitato, la famiglia di Muadh al Kassasbe chiede pietà per il pilota. Il padre ha detto “Spero che Dio riempia il vostro cuore di pietà, liberatelo”, mentre il fratello ha aggiunto che Muadh è un “devoto musulmano”. Una pietà che ogni famiglia chiederebbe.
Messaggi di dolore e speranza come ne abbiamo già sentiti. Il problema è che i jihadisti dell’IS combattono una falsa guerra di religione dove neanche i musulmani hanno scampo, perché chi non la pensa come loro è un cattivo musulmano e viene accusato di apostasia. Forse proprio i musulmani potrebbero frenare quest’assurda carneficina temuta in Occidente ma che sta già facendo stragi in Siria ed Iraq o in Pakistan. Paesi i cui abitanti vanno protetti da tanta violenza ed un oscurantismo evidente.
Luisa Pace