
La Chiesa Cattolica non si espone più di tanto rispetto a questo problema e invece di alzare la voce contro la malapolitica, si limita a conferire un pò di viveri agli indigenti attraverso mense o depositi di derrate della Caritas: tutto ciò non basta, andrebbe condannata apertamente questa classe politica incapace che invece spesso viene riverita e protetta.
A chi viene negata la possibilità di lavorare viene espropriata l’identità e avvelenato il senso della vita; è una tragedia che uccide la mente, il corpo, l’anima, la psiche. La medesima cosa per coloro che pur mantenendo il lavoro non vengono retribuiti, per i sottopagati, per gli sfruttati, per i lavoratori in nero,per coloro ai quali viene “tagliata” la busta paga, per chi viene licenziato in nome del dio “profitto”.
Infine chi è vittima per motivi politici o ideologici,soffre doppiamente.
La maggior parte degli uomini politici del passato ma anche attuali, hanno sfruttato scientificamente questo grave disagio traendone un beneficio ed un tornaconto: molti posti di lavoro altro non sono che merce di scambio, oggetto di baratto, di mercimonio messo in atto da chi tradisce sistematicamente la nostra Costituzione (Articolo 1), e non crea alcuna condizione per favorire il lavoro sul quale è fondata la nostra Repubblica Democratica.
Anzi , ancor più grave, una nuova frontiera della politica rampante e rapace, consiste nel creare forzatamente il bisogno altrui, favorendo licenziamenti di massa, per poterli sfruttare a tempo debito (ad esempio durante le competizioni elettorali…)
Qualunque uomo a cui venga negato il diritto al lavoro viene martirizzato: qualunque religioso che non prenda una seria posizione a favore di un tale disagio non è un religioso, qualunque politico che non sappia attivarsi per creare occasioni di lavoro, non è un politico ma un inetto.
Qualsiasi uomo che su questa terra danneggi , in una qualsiasi forma, il diritto al lavoro di un suo simile è da paragonarsi ad un assassino.
Giuseppe Cattano