E’ tutto pronto. I volontari dei Restos du Cœur sono alla loro 30ma campagna.
L’anno scorso, l’associazione fondata nel 1985 dall’umorista Coluche per dare aiuto alimentare ai più poveri ha conosciuto un “successo” crescente. Un triste successo di cui l’associazione farebbe volentieri a meno. Il numero dei beneficiari della campagna dello scorso anno, ha raggiunto il milione. Un record spaventoso in un paese che si dice civilizzato.
Al lancio della campagna di quest’anno partecipa il Primo Ministro Manuel Valls. Un’occasione per chiedere nuove misure fiscali per incitare i doni.
Saranno 2.090 i centri che apriranno ogni giorno o più volte alla settimana, fino a marzo prossimo, per distribuire scatole di conserve, pasta, yoghurt ed altre derrate alimentari alle famiglie in difficoltà. Il resto dell’anno i Restos funzionano i modalità alleggerita e solo per i meno abbienti. Fanno quello che possono i volontari dell’associazione, ma in realtà le famiglie dovrebbero mangiare tutto l’anno.
Ad ogni inizio di campagna i Restos du Cœur incrociano le dita e sperano nella generosità della gente. L’anno scorso sono stati raccolti 84 milioni. La metà delle risorse è rappresentata dai doni. Purtroppo le risorse non aumentano. La generosità dei donatori ha raggiunto il tetto massimo. In mancanza di nuovi fondi si cercano sempre di più doni in natura. Quest’anno l’associazione spera di ottenere ancora più latte grazie all’estensione dell’esonero fiscale ai doni fatti dai produttori di latticini. I bisogni sono stimati in 20 litri l’anno.
Un altro aiuto da parte dello Stato sarebbe il benvenuto e per questo i volontari sperano che la misura sia estesa a tutti i doni provenienti dall’agricoltura come la carne, le uova, la verdura…
Un’altro scopo dell’associazione è la lotta contro lo spreco alimentare. Purtroppo tonnellate di cibo invendute e vicine alla data di scadenza vengono buttate dai grandi magazzini perché buttare costa meno di creare uno stock per fare un dono ad un’associazione. Doni che non sono ancora oggetto della detrazione fiscale auspicata dall’associazione.
I volontari sono molto preoccupati da cosa li aspetta visto che il tasso di francesi che vivono nella precarietà è ancora in aumento. Tra l’altro non tutti osano bussare alle porte delle associazioni caritative, dei centri sociali. A differenza di quanto dicono alcuni politici o benpensanti, la gente non ha voglia di essere “assistita” e prova a farcela da sola finché è troppo tardi…
Tanto di cappello allora ai volontari dei Restos che non distribuiscono solo cibo ma anche ascolto e sorrisi. Almeno un istante di vergogna per chi ha governato e governa ancora e che non pensa agli “invisibili”, che non li vede proprio.
In realtà sono spesso persone in difficoltà che aiutano chi lo è ancora di più.
E se venisse il giorno in cui i Restos du Coeur potranno finalmente chiudere perché diventati inutili. Allora sì che Coluche, ovunque sia, potrebbe ridere di nuovo.
Luisa Pace