
di Gian J. Morici
Avevamo già notato come i video appelli del giornalista britannico John Cantlie fossero stati registrati tutti lo stesso giorno e se prova fosse stata necessaria, l’abbiamo avuta con Cantlie nelle vesti di reporter dello Stato Islamico inviato a Kobane.
Dopo sei video rilasciati nell’arco di più settimane, che mostravano l’inglese con capelli e barba sempre della stessa lunghezza e persino con la stessa pettinatura senza che una sola ciocca di capelli fosse in una posizione diversa rispetto i video precedenti, pochi giorni dopo il rilascio dell’ultimo video Cantlie si presenta dinanzi le telecamere con capelli e barba lunghi.
Fin dalle prime sequenze la versione Mujahideen di Cantlie è poco convincente. Ripreso dinanzi a quella che dovrebbe essere una casa di Kobane, in Siria, il giornalista simula il movimento di 15 passi in avanti verso la telecamera. Eppure, analizzando bene le immagini, potremmo dire che l’uomo non ha percorso più di un paio di metri in avanti rispetto la scena iniziale. Troppo pochi per aver fatto 15 passi. Non solo, la sua inquadratura e la stessa esposizione alla sorgente luminosa coincidono con quelle delle immagini successive.

La scena cambia e Cantlie è su una terrazza dalla quale illustra quello che vede. La città di Kobane, che il giornalista sostiene essere sotto controllo dello Stato Islamico e nella quale, a parte qualche sporadico sparo che si sente, non sono in corso combattimenti.
Cantlie si volta verso la sua sinistra, indicando la direzione con un cenno della mano, e dice: “da dove mi trovo proprio in questo momento posso vedere ampie porzioni della città e posso pure vedere la bandiera turca dietro di me”. L’immagine sul suo lato sinistro mostra dei silos con in cima la bandiera turca, mentre in realtà l’opificio che mostrano le immagini successive si trova alle spalle del giornalista ma sulla sua destra, non a sinistra. Quel “dietro di me” pronunciato da Cantlie, potrebbe far pensare a quello che si trova alle sue spalle, così come noi lo vediamo, ma chi ha buona conoscenza dell’inglese sa bene che in quel caso il giornalista avrebbe detto “alle mie spalle” e non una generica posizione arretrata rispetto la sua. E poi, perché indicare la sua sinistra, da dove si apre successivamente l’immagine dell’opificio, quando i silos con la bandiera si trovano alla sua destra?

Nella seconda immagine mentre compare l’opificio con la bandiera turca alla sua sinistra, alle sue spalle, alla sua destra, si vede la posizione esatta dei silos con la bandiera.
Sotto, i silos con la bandiera turca.
Le riprese sembrano effettuate nella tarda mattinata con il sole già alto ma non ancora allo zenit. Lo dimostra la provenienza della luce rispetto la posizione geografica indicata dal confine con la Turchia visibile alle spalle di Cantlie.
L’immagine mostra il giornalista inglese ripreso dalla sua sinistra. Come sfondo ha un muro della costruzione sulla quale si trova ed è ben visibile un palo con una cordicella. Guardando bene l’immagine ci si accorge di come il sole si trovi dinanzi a Cantlie, un po’ più sulla sua sinistra. L’esposizione ai raggi solari, dovrebbe proiettare sul muro sia l’ombra di Cantlie che quella del palo, così come avviene per una rientranza del muro stesso sul lato destro del giornalista britannico. Eppure così non è. Né Cantlie, né il polo, proiettano alcuna ombra. Ne potremmo dedurre che il sole si trova dinanzi all’uomo e che l’ombra sia dunque proiettata alle sue spalle.

Quest’immagine mostra Cantlie che mentre descrive quello che vede intorno a lui più volte porta le mani dinanzi a sé e l’ombra delle stesse si staglia sulla sua camicia, dimostrando ancora una volte che la sorgente luminosa è posta di fronte a lui, leggermente alla sua sinistra. Eppure, per tutta la durata del video, nonostante tutti gli oggetti più o meno grandi posti sulla terrazza proiettino la loro ombra, il corpo di Cantlie sembra permeabile ai raggi del sole e non creando ombra alcuna.

A sinistra dell’immagine, si vede un’ombra prodotta da qualcosa che si trova sul muro, mentre sullo sfondo, un’altra ombra da sinistra verso destra è generata da una rientranza del muro della terrazza. Eppure, ancora una volta, dell’ombra di Cantlie sembra non c’è traccia alcuna.
Possibile che non si veda alcuna ombra né sul muro alla destra del giornalista britannico né alle sue spalle, considerato che il sole dovrebbe trovarsi quasi di fronte a lui un po’ più alla sua sinistra?
Purtroppo la qualità delle immagini e i mezzi a nostra disposizione non ci permettono di poter poter affermare con assoluta certezza che il video sia un “falso d’autore”. Ma i dubbi ci restano, tanto più se pensiamo all’effetto dirompente che queste immagini hanno avuto sui fondamentalisti islamici che dalla presunta presa di Kobane hanno tratto nuova linfa vitale, perdonateci il gioco di parole, per morire, facendosi esplodere nel corso di attentati suicidi, così come mostra l’immagine di quest’autobomba realizzata oggi e che a breve, sicuramente nel corso delle prossime ore, ucciderà un po’ di persone ma anche lo stesso attentatore che si troverà alla sua guida.