“Inside Aun Al-Islam” è il titolo del nuovo video con Jjhon Cantlie messo in rete dall’ISIS.
Questa volta la scenografia è cambiata. Cantlie è presentato come il “New Islamic State journalist John Cantlie live from Ayn Al Arab”- “Il giornalista John Cantlie del Nuovo Stato Islamico in diretta per Ayn Al Arab”.
Cantlie, appare nella città di Kobane, deserta, in vestiti civili, i capelli ancora neri, non pepe e sale come nei video precedenti. Ha la barba tagliata come uno di loro.
Il video, di 5 minuti e 32 secondi, inizia con le riprese della città di Kobane effettuate da un drone dell’ISIS. In sottofondo solo qualche raffica di mitra.
Questo quanto detto da J. Cantlie, in atteggiamento da reporter:
“Hello! Sono John Cantlie ed oggi vi parlo dalla città di Kobane, alla frontiera turca, infatti alle mie spalle c’è la Siria e questo è l’interno del cerchio del PKK, ora controllato dallo Stato Islamico. Nonostante i continui raid americani che costano miliardi di dollari, i Mujaheddin sono all’interno della parte calda della città e controllano i settori Est e Sud.
I media occidentali, e non vedo alcun loro giornalista qui intorno, hanno recentemente detto che l’IS stava ritirandosi. Nelle ultime 48 ore centinaia di militari dell’IS sono stati uccisi dai raid aerei ha detto l’IB Time il 16 ottobre. “Abbiamo ucciso 700 di loro” ha detto un ufficiale del Pentagono.
Il 17 ottobre, la BBC aveva annunciato il ritiro dei combattenti dell’ISIS. Patrick Cockburn ha dichiarato all’Indipendent che “Nonostante le perdite lo Stato Islamico continuava gli assalti alla città”.
Tutto ciò è molto diverso da quanto avevano detto ufficiali americani all’inizio del mese, ossia che Kobane, poco importante strategicamente, stava cadendo nelle mani dell’IS.
Il 10 ottobre, il consulente per la sicurezza americana Tony Blinken, aveva detto che sarebbe stato difficile impedire all’IS di prendere Kobane solo con gli attacchi aerei
Lo stesso John Kerry aveva espresso dei dubbi sulla possibilità che i mujaheddin si ritirassero ed aveva dichiarato che “Kobane è un orribile esempio della non volontà della gente di aiutare chi combatte lo Stato Islamico”. Un picco al presidente turco Erdogan.
Dal punto in cui mi trovo posso vedere una grande parte della città e la bandiera turca. Ma qui a Kobane non ci sono membri del PKG, peshmerga o PKK ci sono molti mujaheddin e non sono assolutamente in fuga.
Qui ci sono molti passaggi sicuri ma non si vede nessun giornalista. Quindi i giornalisti ottengono le informazioni dai vertici curdi ed il responsabile stampa della Casa Bianca non ha nessuna intenzione di dire la verità su quanto sta succedendo qui sul campo. I bombardamenti aerei hanno impedito ad alcuni gruppi di mujaheddin di utilizzare i loro carri ed armi pesanti, solo armi leggere per andare di casa in casa.
L’America è molto contenta di mostrare Kobane come un simbolo di vittoria, di vittoria della Coalizione che lavora unita per battere lo Stato Islamico ma sanno, come sanno i mujaheddin, che anche con tutta la loro potenza aerea ed anche con truppe a terra, anche con tutto questo è impossibile battere lo Stato Islamico, qui a Kobane ed altrove. Kobane è ora rafforzata da truppe di terra curde iracheni che vengono dalla Turchia ma i mujaheddin sono stati riforniti dalle forze aeree statunitensi senza più speranze che hanno paracadutato armi e munizioni. La battaglia di Kobane sta giungendo alla fine. I mujaheddin stanno andando strada per strada, casa per casa. Tutto ciò è contrario a quello che sentite dai media occidentali ed a parte qualche tiro sporadico la città è molto calma.
Duecentomila abitanti sono stati spostati a causa della guerra e potete vedere il campo profughi alla destra della mia spalla. Oltre vedete la Turchia.
Contrariamente a quanto riferito dai media i combattimenti sono ormai terminati.
Luisa Pace
I commenti sui social network
Il video di Cantlie ha fatto il giro della rete, in particolare sui social network dove è stato commentato a caldo dagli stessi militanti dello Stato Islamico:
“John Cantile” – scrive Ahmed – “ha cambiato la visione di come lo Stato Islamico tratta i suoi prigionieri. Mi dispiace deludere la gente occidentale lo Stato Islamico ha superato da tutte le vostre aspettative”.
“John Cantlie” – twitta Umm – “sta riportando in diretta da Kobane. Non crediamo ai bimbos che si trovano in Turchia”.
Scrive Collector: “Cantlie è probabilmente l’unico giornalista occidentale che parla di Kobane dall’interno di Kobane. Lo Stato Islamico fa proprio bene quello che tutto il mondo fa male”.
Stupito Asad che commenta “Se John Cantlie si è convertito all’Islam poi…” al quale fa seguito il tweet di Shami: “John Cantlie reporter per lo Stato Islamico in video, da dentro la città Kobane. Roba incredibile”.
Abdulla scrive: “Allah (SWT) ha benedetto lo Stato islamico con un team di supporto incredibilmente creativo”.
AhmedJak : “John Cantlie ha dato un colpo da KO ai media occidentali e ora gli effetti collaterali si stanno mostrando”.
Black mostra la sua soddisfazione per il video: “E’ stato girato molto meglio ed è più efficace delle produzioni di Hollywood…”
Younes si lascia andare ad una battuta rivolta ai giornalisti occidentali scrivendo che “Sono meno costosi e più facili da assumere che le prostitute e CIA Analyst”. Muhajiri: “Come combattente Jumlatt al Nusra devo dire: lo Stato Islamico ha sbattuto in faccia agli Stati Uniti tutta la falsa propaganda di cui è pieno il giornalismo occidentale“. Perplesso invece uno dei terroristi più attivi sia sui social network che sul terreno, il cui fratello è stato di recente arrestato, del quale mettiamo solo l’iniziale “G”: “L’unica cosa sbagliata in questo video è Cantlies ‘mujuhdeen’ – scrive con un certo risentimento.