Sono provocatori incolti, biechi personaggi che hanno raggiunto la fama e che si sono montati la testa.
La Francia ha il suo pseudo umorista Dieudonné che si è fatto un’enorme pubblicità con i suoi propositi antisemiti, e che ha pure inventato un saluto che assomiglia ad un mix tra il saluto nazista, un gestaccio o una mossa di un tormentone estivo: la quenelle. Nel frattempo colleziona problemi col fisco sempre seguito dai suoi fan dai gusti discutibili.
Purtroppo personaggi quali Dieudonné riescono ad avere un loro seguito attirato da propositi populisti che inneggiano all’odio. E come avrebbe potuto non cavalcare l’ondata d’islamismo che stiamo vivendo nostro malgrado?
Un islamista nascosto dietro una maschera antisionista? Possibile, anche se è difficile immagine che sia un pozzo di scienza, capace di analizzare il come ed il perché di questo movimento di folla estremista e terrorista. Dieudonné si è convertito all’Islam, perché no? C’è chi si converte al cristianesimo, all’ebraismo… la religione è una scelta personale. E’ interessante che si sia posto domande sul proprio credo fino ad abbracciare una religione ma non era necessario chiamare tutti i cristiani a fare come lui. Un appello che fa più eco a quello dei jihadisti che a quello dei veri musulmani.
Come altri personaggi “pubblici” predica su Youtube dove, nel febbraio scorso, è apparso un suo discorso surreale in cui asseriva che “i valori dell’Islam sono quelli di Cristo” e definiva il sionismo “la malignità, il vizio e la menzogna”. Per l’umorista “la rivoluzione iraniana è un esempio per il mondo”… di che sbellicarsi dalle risate.
Non pago del successo già ottenuto ha fatto un passo in più verso il macabro con la diffusione di un video in cui paragona l’esecuzione del giornalista americano alla morte di Muammar Gheddafi e di Saddam Hussein e, ancor meglio, dichiara che “La decapitazione simboleggia il progresso, l’accesso alla civilizzazione”. Anche i più democratici sono ora liberi di chiedersi fin dove può spingersi la libertà d’opinione. Intanto lo spiritoso è sotto inchiesta per “apologia di atti di terrorismo”.
Da Parigi a Londra
A ognuno il suo. Viene dai ring il predicatore britannico Anthony Small. Da campione di pugilato, detentore del titolo di campione britannico e del Commonwealth nella categoria dei pesi medio-leggeri, si è convertito all’Islam e, ripeto, non c’è nulla di male in questo. Solo che come Dieudonné confonde Islam, jihadismo e fondamentalismo islamico.
Come il “collega” d’Oltremanica posta su Youtube la propria follia, predicando a favore dell’ISIS, contro i gangster europei, e per gangster intende semplicemente gli europei ed i loro governi. Nec plus ultra, anche Small ha pubblicato un video in cui giustifica la decapitazione del giornalista americano James Foley. Secondo lui si tratta della giusta risposta all’attacco all’ISIS da parte degli USA che si diverte a chiamare “United Snakes of America” – Serpenti Uniti d’America. In un impensabile video di sette minuti ha minacciato il Regno Unito di ritorsione da parte delle “cellule dormienti” jihadiste sul posto se il paese segue gli Stati Uniti.
Non è il solo video delirante di Small, dal nome di battaglia Abdul-Haqq, ed anche gli altri sono un ammasso di considerazioni antioccidentali e pro ISIS. Anche nel suo caso si potrebbe sorridere di tanta ignoranza, talmente i propositi dell’ex-pugile sono fondati sul nulla ma, ahimè, rischia di aver presa su altri “sbandati” come lui che hanno perso ogni senso critico e dalla realtà distorta.
Qualcuno li avverta che se dovessero vincere gli oscurantisti per i quali stanno facendo tanto il tifo non ci sarebbe più libertà di parola neanche per loro. Una libertà di espressione di cui stanno godendo grazie al permissivismo democratico che tanto stanno infangando.
Luisa Pace