
Poteva iniziare con queste parole il videomessaggio che Abu Dauoud, terrorista tedesco, ha registrato e che è stato messo in rete dallo Stato Islamico due giorni fa. Sì, “terrorista dichiarato”, visto che qualche settimana prima che fosse messo in rete il messaggio da Dabid (Siria), da dove Dauoud ha minacciato Romani, Bani Asfar, tedeschi, inglesi, olandesi, italiani americani, australiani invitando i jihadisti europei a raggiungere l’ISIS nella “terra dei musulmani” o a colpire nei loro paesi di residenza attentando alla vita dei cittadini, Dauoud doveva essere per forza conosciuto alle forze di polizia tedesche. L’uomo infatti in Germania aveva partecipato ad una manifestazione pro-ISIS ed era anche stato fotografato insieme ad altri supporter dell’organizzazione terroristica.

Mentre in Inghilterra la polizia dell’antiterrorismo conduce a ritmo serrato le indagini nei confronti di oltre mille persone sospettate di essere “vicine” a terroristi islamici, un tedesco, dichiaratamente pro-ISIS ha potuto lasciare indisturbato il paese per recarsi in Siria a combattere accanto alle milizie dello Stato Islamico e da lì minacciare e far proseliti in Europa, invitando possibili jihadisti presenti in Germania a compiere attentati. Se il terrorismo rappresenta una minaccia per la sicurezza, la libertà e i valori dell’Unione europea e per contrastare questo fenomeno. L’UE ha previsto in piano in quattro punti, mettendo a primo posto la prevenzione, c’è da chiedersi come hanno fatto a lasciarsi sfuggire Abu Dauoud.
gjm