La divisione antiterrorismo del FBI chiede agli americani di riferire sui concittadini impegnati in attività sospette per contribuire ad identificare possibili terroristi, in primo luogo quelli connessi alle attività terroristiche all’estero, precisando come dopo gli attacchi dell’11 settembre decine di cittadini americani negli ultimi anni hanno aderito a varie organizzazioni terroristiche, come Al-Qaeda nello Yemen, i militanti talebani in Pakistan o l’Al-Shabaab in Somalia.
Sabato scorso, l’FBI ha arrestato a Chicago Mohammed Hamzah Khan, mentre si apprestava a imbarcarsi su un volo per Vienna con la presunta intenzione di fare un viaggio in Siria attraverso la Turchia, e di aderire allo Stato islamico.
“Siamo tutti testimoni che le società occidentali stanno diventando giorno dopo giorno più immorali”, aveva scritto Khan in una lettera scoperta nella sua camera da letto da agenti dell’FBI, con la quale spiegava le sue motivazioni ai genitori.
Dal mese di agosto ad oggi, secondo una stima del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, sarebbero 12.000 i jihadisti provenienti da 50 nazioni che combattono nelle file dello Stato islamico in Siria e Iraq.
Una stima forse errata per difetto, se paragonata alla lista di paesi nei quali è indicata la provenienza di molti combattenti, proveniente da fonti ISIS, nella quale mancano comunque i dati relativi ad alcuni paesi, tra i quali l’Italia.
gjm