Dopo i bombardamenti su bersagli ISIS in Siria da parte degli Stati Uniti e degli altri alleati arabi, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che era stato accusato nei giorni scorsi di aver trattato con i terroristi dell’ISIS per il rilascio di 49 osservatori delle NU (46 turchi e iracheni) che avrebbe scambiato con 180 prigionieri dello Stato Islamico, promettendo inoltre di non prendere parte alla coalizione guidata dagli Stati Uniti, a sorpresa dichiara che gli attacchi aerei americani dovrebbero continuare ininterrottamente.
Secondo analisti militari il premier turco, dopo le dichiarazioni di esponenti del governo siriano in merito all’approvazione di bombardamenti sul loro territorio e l’azione militare condotta la notte scorsa e nella giornata di oggi, si sarebbe visto costretto ad intervenire, quantomeno formalmente, in favore della coalizione per evitare conseguenze che sarebbero sicuramente derivate dall’atteggiamento turco
nei confronti dei terroristi.
Erdogan dopo questa dichiarazione dovrà adesso prepararsi ad affrontare attacchi interni da parte degli estremisti islamici che, grazie anche al tacito assenso delle forze di polizia, non temevano di mostrarsi in pubblico con i simboli dello Stato Islamico.
Gian J. Morici