La grande coalizione internazionale voluta da Obama per sconfiggere l’IS (Islamic State), mostra già le prime crepe prima ancora che prenda avvio la campagna di bombardamenti e sostegno sul territorio alle forze che vengono considerate alleate (curdi, ribelli siriani moderati e forze armate irachene).
Il presidente statunitense ribadisce, come aveva fatto nei giorni scorsi, che le truppe americane non verranno impegnate sul territorio ed affida alla sola aviazione il compito di colpire le forze dell’IS.
Una strategia però non condivisa da alcuni paesi della coalizione che temono rappresaglie da parte di integralisti che si trovano già sul loro territorio.
Perplessità manifestate dall’Arabia Saudita e dalla Turchia, alle quali si aggiungono quelle dell’Italia che all’appoggio ai raid aerei preferisce il rafforzamento e l’assistenza alle forze locali che possono affrontare l’IS direttamente nei propri territori, come nel caso dei curdi in Iraq.
Totale appoggio invece da parte della Francia che si dichiara disposta a prender parte ai bombardamenti.
Nel corso del consueto discorso alla nazione che i presidenti americani tengono ogniqualvolta si devono fare delle scelte gravi, Obama, sottolineando la sua posizione di comandante supremo delle forze armate, ha ricordato come le vittorie conseguite in questi anni contro il terrorismo abbiano reso l’America più sicura.
Eppure, ha proseguito il presidente, “non possiamo cancellare ogni traccia del male dal mondo, e piccoli gruppi di assassini hanno la capacità di fare grandi danni. Così era prima del 9/11 e così è oggi. Ed è per questo che dobbiamo restare vigili dinanzi le minacce che emergono. In questo momento, le più grandi minacce provengono dal Medio Oriente e Nord Africa, dove gruppi radicali sfruttano rimostranze per il proprio guadagno. E uno di questi gruppi è l’ISIL -. Lo “Stato islamico”. Chiariamo due cose – ha detto Obama -, l’ISIL non è “islamico”. Nessuna religione giustifica l’uccisione di innocenti. E la stragrande maggioranza delle vittime dell’ISIL sono musulmane e l’ISIL non è certamente uno stato. E ‘stato precedentemente un affiliato di al Qaeda in Iraq, e ha approfittato del conflitto confessionale e della guerra civile in Siria per guadagnare terreno su entrambi i lati del confine iracheno-siriano. Non è riconosciuto da nessun governo, né dal popolo che soggioga. L’ISIL è un’organizzazione terroristica, pura e semplice. E non ha una visione diversa da quella della macellazione di tutti coloro che non stanno a suo modo.
In una regione che ha conosciuto tanto spargimento di sangue, questi terroristi sono unici nella loro brutalità. Essi eliminano i prigionieri catturati. Uccidono i bambini, schiavizzano, commettono stupri e costringono le donne al matrimonio. Hanno minacciato una minoranza religiosa di genocidio. In maniera barbara si sono anche presi le vite di due giornalisti americani – Jim Foley e Steven Sotloff”.
Il discorso di Obama risponde alle aspettative della maggioranza dei cittadini americani che ritengono necessaria una risposta forte ad un nemico che giorno dopo giorno diventa sempre più forte. Restano comunque alti i timori di possibili rappresaglie da parte di jihadisti che, presenti già negli Stati Uniti come in Europa, potrebbero pianificare e compiere attentati nei propri paesi.
gjm