Forse la verità non la conosceremo mai, ma quello che è certo il fatto che il vergognoso giornalismo che fin dalle prime ore dell’abbattimento dell’aereo aveva dato per certo – grazie a considerazioni degne di studio da parte di psichiatri di chiara fama -, ha finito con lo sbugiardarsi da solo grazie con le più recenti notizie e dinanzi alle dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin e del Ministro della Difesa del suo governo, che hanno deciso di puntare il dito contro le “responsabilità morali” di Kiev, più che su quelle materiali di chi avrebbe lanciato il missile terra-aria che ha colpito il Boeing.
Un atteggiamento ben diverso da quello mantenuto nel corso delle prime ore dopo il disastro, quando l’accusa era rivolta alle forze armate ucraine che si sarebbero macchiate del “crimine” di aver ucciso quasi 300 persone tra cui 80 bambini.
Quello stesso “crimine” che oggi, dinanzi al sospetto che ad abbattere l’aereo possa essere stato un missile di fabbricazione russa sparato dai ribelli separatisti, rischia di diventare un “tragico incidente”. Strano come a seconda di chi sia il responsabile della morte di così tante persone, lo stesso evento abbia una diversa connotazione.
Al vergognoso comportamento di alcuni giornalisti, fa da contraltare quello di chi ritiene che fare giornalismo significhi fare informazione e che il fare disinformazione propalando saltuariamente una verità annegata in un mare di menzogne sia quanto di più disonesto c’è per un giornalista.
È questo il caso di Sara Firth, corrispondente londinese di Russia Today, che dinanzi la scelta di mentire sulla morte di ottanta bambini e degli oltre duecento adulti, non condividendo come il canale satellitare abbia coperto la notizia in maniera non imparziale, ha preferito rassegnare le proprie dimissioni anziché adeguarsi alle “scelte redazionali” di chi ha scambiato il fare propaganda per informazione.
Quello di Sara Firth è il secondo caso di dimissioni da parte di giornalisti di RT, dopo quello di Liz Wahl che si dimise a marzo scorso in diretta tv. Scelte difficili quelle di chi è disposto a gettare alle ortiche una brillante carriera pur di non dovere fare i conti con la propria coscienza e senza doversi vergognare di sé stessi nel mettersi dinanzi uno specchio o nel guardare negli occhi un familiare. La dignità la si paga con prezzi a volte veramente molto alti e non tutti possono permetterselo…
Mentre i cadaveri del volo della Malaysia Airlines sono ancora sparsi nell’area interessata dalla caduta dell’aereo, secondo Kiev c’è già chi cerca di fare sparire le prove della propria responsabilità. Una tesi supportata anche dal quotidiano britannico Guardian. Al mistero delle scatole nere dell’aereo, presumibilmente nelle mani dei separatisti, si aggiunge quello dei trentotto corpi che sembra siano stati trasportati dai filo-russi verso all’obitorio di Donetsk.
Senza voler assumere la posizione di chi ritiene, o forse vuol solo far ritenere ai propri lettori, di essere detentore unico di verità assolute, ci limitiamo a chiederci per quale ragione i membri dell’OSCE giunti sul luogo della tragedia sono stati “accolti” bruscamente da uomini armati e ubriachi che dopo 75 minuti li hanno fatti allontanare sotto la minaccia delle armi. Cosa aveva da temere chi sosteneva che la responsabilità dell’abbattimento dell’aereo era da addebitare alle forze armate ucraine? Per quale motivo le scatole nere dell’aereo dovrebbero essere consegnate ai russi che avrebbero tutto l’interesse a nascondere eventuali scomodi indizi? È russo il camion filmato nell’est ucraino a bordo del quale si vede un sistema missilistico BUK superficie-aria dal quale manca un missile? Quando è stato sparato e contro chi quel missile? Perché la stampa russa relega a fondo pagina o in un trafiletto le notizie in merito all’abbattimento dell’aereo? Erano presenti in zona unità dell’ELINT (ELectronic Signals INTelligence) specializzate nello spionaggio di segnali diversi da quelli utilizzati per le comunicazioni? Si tratta delle stesse unità fotografate il 16 marzo prima che i russi attaccassero e prendessero il controllo dell’impianto di gas in territorio ucraino e successivamente nell’est ucraino, la cui foto avevamo già pubblicato? È vero o non è vero che sul luogo della tragedia si trovano unità russe che stanno rimuovendo i cadaveri sui quali potrebbero essere rinvenute schegge dovute all’esplosione di un missile?
Proprio la presenza di queste schegge potrebbe dare maggiori informazioni in merito all’identificazione dei responsabili. Secondo quanto riferito al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, infatti, le forze armate ucraine non sembra abbiano sistemi missilistici superficie-aria nel settore nel quale è stato abbattuto l’aereo. Se si dovesse accertare che l’abbattimento del velivolo civile fosse stato causato da un missile SA-11 sparato da un sistema BUK mobile, probabilmente la responsabilità di Mosca andrebbe ben oltre quella di aver affidato un’arma tanto micidiale e sofisticata a forze ribelli non addestrate all’utilizzo di tali armi.
Il livello di sofisticazione tecnologica necessaria al funzionamento del sistema BUK fa sì che il missile SA-11 non possa essere lanciato da persone che non abbiano fatto una specifica formazione al suo utilizzo che prevede un equipaggio di quattro operatori addestrati alla difesa aerea professionale e a conoscenza del sistema missilistico in questione. Un equipaggio che abbia dunque una formazione completa e che lavori in perfetta sincronia per raccogliere e tenere traccia di un bersaglio prima di sparare il missile.
Il sistema BUK si compone infatti di tre componenti formati dal lanciatore che utilizza un radar di acquisizione a corto raggio, un radar a più lungo intervallo di sorveglianza in grado coprire le informazioni su altitudine e traiettoria di un aereo in fase di avvicinamento e la postazione mobile che funge da comando e controllo di tutto il sistema.
Secondo fonti ucraine, tre uomini, due dei quali sarebbero – la formula dubitativa è d’obbligo – stati fermati, avrebbero lanciato un missile SA-11. Su uno dei fermati, sarebbero stati trovati documenti che proverebbero la sua conoscenza di sistemi missilistici. Il fatto in sé potrebbe spiegare l’accaduto. La mancanza del quarto uomo d’equipaggio potrebbe significare che non hanno utilizzato il radar a lungo raggio che va oltre il raggio della 19 miglia e permette di identificare il tipo di aeromobile in avvicinamento, dimensione e velocità dello stesso. La mancanza del quarto uomo e del radar comportano l’impossibilità dello scambio informazioni con il bersaglio e quella della base mobile di comando e controllo nel tenere traccia dello stesso.
Fonti di intelligence occidentali avevano segnalato precedentemente all’abbattimento del Boeing che Mosca aveva fornito armi antiaeree e aveva formato gruppi di separatisti filo-russi affinchè fossero in grado di poterli utilizzare, accostando a loro consulenti ed addestratori russi in grado di coadiuvarli durante le eventuali azioni belliche. Del resto, e questo è un dato certo, due aerei militari di Kiev di recente sono stati abbattuti.
La formazione non certo professionale e l’assenza di un radar a lungo raggio potrebbero essere la causa principale di un erroneo abbattimento. Ovviamente questa è una delle ipotesi, non certo una verità accertata come quelle opinioni degne di indagine psichiatrica propinateci da qualche giornalista che nell’immediatezza dei fatti ha ricostruito l’accaduto addossando la responsabilità sulle forze armate ucraine.
Qualora l’ipotesi su formulata dovesse trovare riscontri, non sarebbe opportuno che qualche signor giornalista si decidesse a lasciare il mondo dell’informazione (non sarebbe una gran perdita) dedicandosi alla pubblicazione di romanzi di fantascienza o alla creazione di un giornale satirico? Il mondo intero gliene sarebbe grato…
Gian J. Morici