Un momento di vergogna ognuno di noi dovrebbe viverlo.
Ogni giorno muoiono troppe persone in conflitti lontani e spesso dimenticati.
Ogni giorno muoiono persone, uomini, donne, bambini, vittime di dittature disumane. Alcune portano una maschera di pseudo – umanità e non abbiamo il calcolo esatto delle vittime, degli scomparsi. Succede nel mondo intero, pochi paesi si salvano. E questa è già un’insostenibile vergogna, una vergogna storica.
Purtroppo ne esiste un’altra che cresce grazie al tam-tam del web, dove tutti abbiamo la libertà di esprimerci. Ma quale libertà se finisce che dobbiamo autocensurarci per non subire attacchi da fronti autodefinitisi avversi?
Eyal, Gilad and Naftali
Tre nomi, tre ragazzi. La loro colpa: essere israeliani. Neanche ebrei, peggio… israeliani. Al soldo del nemico dunque. Al soldo di Israele, degli USA e chissà ancora di cosa. Ma non si può piangere la loro morte sui social network. Non si può perché si viene tacciati di sionismo, di imperialismo, di spregio verso gli arabi.
Vergogna allora a chi tiene propositi “pacifisti”. Già il termine “pacifista” non mi garba anche perché ormai chi lo usa si sente anche libero di insultare chiunque incroci la sua strada e non sia dello stesso parere.
Eyal, Gilad and Naftali, uccisi perché israeliani e le loro madri, le loro famiglie, i loro amici li stanno piangendo.
Una mia amica ha avuto il coraggio di “postare” un link sull’attacco di arabi all’ambulanza che li trasportava. Titolo “Arabi attaccano l’ambulanza IDF che trasporta i corpi”. Un gesto da “bestie selvagge” riprende poi l’articolo. E sì, ha avuto questo coraggio. E gli idioti erano proprio arabi. Non norvegesi, congolesi, spagnoli… Idioti e selvaggi come ce ne sono ovunque. Ma la mia amica e collega (ottima giornalista che si batte per la pace) ha ottenuto solo improperi. Come io mi vergogno degli italiani o dei francesi razzisti ed ignoranti e lo scrivo, perché non si devono citare coloro che si rendono colpevoli di certi atti? O vogliamo dire che l’ambulanza è stata attaccata ma chi l’ha fatto ha come alibi la politica di Israele?
Posso aggiungere con fierezza che conosco una moltitudine di arabi che non la pensano così, che vogliono la pace fra i popoli. Anzi, che sono molto più aperti al dialogo di quanto lo siano gli “intelligenti” che parlano, sparlano, sproloquiano su ciò che non hanno mai visto o visto soltanto con il paraocchi.
Un momento di vergogna per l’arroganza dei nostri pensieri. Un momento di calma per la vita strappata a Eyal, Gilad and Naftali che rappresentano tutti i giovani e i meno giovani che perdono la vita per l’idiozia umana.
Un attimo di pausa. Non importa chi sia il colpevole. Non importa se il governo israeliano con la sua politica, se sono gli USA con in loro interessi. Non importa se sia il mondo intero che ha interesse a mantenere la regione in uno stato di polveriera.
Sono morti tre ragazzi uccisi da terroristi, non diamo al terrorismo di che nutrirsi. Non attizziamo gli odi come sta succedendo con l’Ucraina di cui si è scritto e detto di tutto e di più… Troppo. Non dimentichiamo la Siria, i conflitti e le rivolte civili “minori” che minori non sono mai. La Tailandia, il Brasile, la Nigeria, il Centrafrica…
Basta! Riparliamoci liberamente o taciamo.
Luisa Pace