La denuncia arriva dal rappresentante OSCE per la libertà dei mezzi di informazione, Dunja Mijatović, che ha segnalato nuovi casi di rapimenti e attacchi contro i giornalisti, la recente acquisizione di una stazione televisiva regionale a Donetsk e il passaggio illegale di trasmissioni.
“L’impunità per gli aggressori di giornalisti e delle emittenti sta aggravando le tensioni, contribuendo al deterioramento delle condizioni sicurezza. Sono costernato dalla mancanza di risposta da parte delle autorità in merito a questi attacchi. Lo stato di diritto deve essere nuovamente introdotto in Ucraina “, ha detto Mijatovic.
Gruppi armati con indosso divise senza insegne di appartenenza, hanno occupato a Donetsk la Televisione regionale e la radio sostituendo alcune trasmissioni locali con le trasmissioni di Rossiya 24. Tutti i canali ucraini con segnali analogici sono stati spenti e alcuni sono stati sostituiti con le trasmissioni russe.
Jurij Lelyavskii, un giornalista freelance del canale ZIK da Leopoli e Sergei Shapovalov, giornalista del portale di notizie VolynPost da Lutsk, sono stati arrestati a Sloviansk. Ruslan Kukharchuk, un giornalista appartenente all’associazione dei giornalisti Novomedia ‘, è stato arrestato da parte di persone non identificate a Sloviansk e rilasciato dopo 13 ore.
Ieri a Donetsk, Richard Gaisford e Simon Llewellyn della ITV (Regno Unito), e Evgenij Shibalov, giornalista del quotidiano Zerkalo Nedeli, sono stati attaccati dai manifestanti durante un comizio. Shibalov è stato ferito alla testa e la fotocamera della ITV è stata danneggiata.
Secondo quanto riferito nuove procedure di accreditamento sono state introdotte dai dirigenti locali non ufficiali in Sloviansk. Non saranno ammessi negli edifici amministrativi o partecipare a conferenze stampa i giornalisti senza credenziali che potrebbero anche non essere autorizzati a entrare in città.
A Donetsk, lo staff del portale di notizie 62.ua è stato intimidito da un gruppo di uomini armati in uniforme, che hanno ordinato ai giornalisti di chiedere la loro approvazione prima di pubblicare eventuali notizie.
Ieri a Kiev, i manifestanti hanno chiesto che i canali di Inter e ICTV si fermassero per trasmettere una serie televisiva russa. Durante la protesta all’Inter, porte e finestre degli uffici sono stati danneggiate e la sede è stata attaccata con granate fumogene. Il canale ha continuato a trasmettere.
Emblema delle persecuzioni, la giornalista ucraina Tetyana Chornovol (v. foto) la quale nel mese di dicembre aveva pubblicato le immagini che ritraevano la lussuosa vita condotta dal ministro degli interni dell’ex premier ucraino, poi fuggito in Russia a seguito delle proteste di piazza Maidan, e quella degli altri dirigenti dell’allora governo ucraino. Quella stessa notte la Chornovol venne selvaggiamente aggredita e ridotta ad essere quasi irriconoscibile
Una sorte che certamente non potrà essere riservata ad alcuni giornalisti occidentali che sembrano essersi trasformati nei portavoce del Cremlino. Del resto, non tutti possono avere il coraggio e la libertà di opinioni della Chornovol e dei tanti giornalisti che in questo momento rischiano la propria vita in Ucraina pur di fare un’informazione super partes, lontani dagli agi e dalle serate di gala che Putin e la cerchia a lui vicina riservano ai giornalisti stranieri “addomesticati” e pronti ad obbedire agli ordini di Mosca.
A denunciare inoltre una campagna di disinformazione orchestrata dal Cremlino, è il Dipartimento di Stato americano che evidenzia come Mosca sottopone ucraini, russi e il resto del mondo ad una intensa campagna di disinformazione che cerca di dipingere un quadro pericoloso e falso del governo legittimo dell’Ucraina. Russia Today, la rete televisiva con sede a Mosca, finanziata dal governo (ma che gestisce anche una trasmissione in lingua inglese a Washington), secondo il Dipartimento americano, riveste un ruolo importante in questa campagna di disinformazione. Nonostante ciò, a differenza della censura imposta da Mosca a Voice of America, (alla quale ha ritirato la licenza per impedire che i russi potessero ascoltarla), Russia Today, che altro non è se non un canale di propaganda del governo russo, può continuare a trasmettere i suoi programmi secondo il principio americano della libertà di stampa che consente a chiunque il libero accesso al mondo dell’informazione.
Gian J. Morici