MOSCA – Mentre si inaspriscono le sanzioni in danno della Russia dopo che Vladimir Putin ha firmato il trattato d’annessione della Crimea a seguito del referendum di domenica, aumentano i timori per le prospettive economiche russe. I primi risultati non sono tardati ad arrivare. Le agenzie di rating Fitch e Standard & Poor hanno già anticipato che la Russia potrà vedere il suo rating declassato. Fitch ha rivisto al ribasso l’outlook in previsione dell’impatto potenziale delle sanzioni sull’economia russa, il giorno dopo che S & P ha avvertito di un potenziale downgrade.
Visa e MasterCard hanno già smesso di servire due banche russe dopo che gli Stati Uniti hanno ordinato nuove sanzioni economiche contro soggetti riconducibili all’entourage del presidente Putin e contro la Bank Rossiya, la più grande banca russa, con 12 miliardi dollari in attivo, indicata come una “banca personale per alti funzionari della Federazione Russa”.
Colpiti dalle sanzioni anche i clienti di un altro istituto di credito russo al quale Visa e MasterCard hanno smesso di fornire i propri servizi senza alcun preavviso. La banca (SMP) che con cinque miliardi di dollari dollari in asset rientra tra le quaranta banche più importanti della Russia, ha accusato Visa e MasterCard di aver agito in maniera illegittima visto che l’istituto bancario a differenza dei suoi proprietari non era stato oggetto di sanzioni ufficiali da parte degli Stati Uniti.
La SMP ha inoltre voluto rassicurare i suoi clienti garantendo loro che nonostante non potranno più utilizzare le carte di credito Visa e Mastercard né i bancomat, i prelievi di denaro contante potranno comunque effettuarli direttamente presso gli sportelli bancari .
La banca centrale russa ha cercato di rassicurare i clienti della Rossiya, affermando che le sanzioni previste dagli Stati Uniti non avranno gravi incidenze sulla stabilità finanziaria dell’istituto bancario. Un’affermazione in netta contrapposizione con quella della stessa banca centrale che ha aggiunto che il governo potrebbe prendere misure necessarie per sostenere l’istituto di credito per garantire azionisti, risparmiatori e creditori.
Gli istituti bancari di Stati Uniti ed UE dopo quanto accaduto in Ucraina e dopo le sanzioni applicate a Mosca, difficilmente concederanno nuovi prestiti alla Russia, causando una fuga degli investitori e rallentando l’economia del paese. Solo nell’ultimo mese i mercati finanziari russi hanno perso più del 10% e le previsioni per i mesi a venire sotto tutt’altro che rosee.
Paradossalmente la sfiducia nei confronti di Mosca la si registra di più in Crimea dove, nonostante il 95% dei votanti si sia espresso favorevolmente all’annessione della penisola alla Federazione Russa, non sono mancate le code dei risparmiatori ai bancomat e dinanzi gli sportelli bancari per poter ritirare i soldi depositati. Un comportamento inspiegabile da parte di chi con il proprio voto ha espresso fiducia al Cremlino negando poi la stessa nei fatti e mettendo in difficoltà gli istituti bancari che proprio in questo momento avrebbero avuto necessità di ottenere fiducia da parte dei correntisti.
Gian J. Morici