Decine di migliaia di soldati russi continuano ad ammassarsi all’interno dei confini della Crimea. Secondo Mosca i movimenti dell’armata russa rientrerebbero in quella che viene definita come una “normale esercitazione militare”. Di diverso avviso il governo ucraino, il cui Ambasciatore presso le Nazioni Unite ha avanzato i timori di una nuova invasione da parte delle forze armate russe in danno dei territori dell’Ucraina Orientale.
La dichiarazione dell’Ambasciatore Jurij Klymenko, secondo il quale Putin potrebbe cogliere ancora una volta di sorpresa le altre nazioni, ha ottenuto il sostegno di altri ambasciatori e la pronta smentita da parte di un diplomatico russo il quale ha letto una dichiarazione preparata preventivamente per giustificare le manovre militari delle forze armate del Cremlino.
Dinanzi i possibili scenari che si prospettano, c’è da chiedersi cosa stiano facendo i paesi NATO e se negli Stati Uniti esista ancora qualche intelligenza capace di anticipare una sola mossa del Cremlino. Senza entrare nel merito della vicenda che riguarda la Crimea, laddove una larga maggioranza di popolazione russofona avrebbe comunque sconsigliato un qualsiasi intervento militare che sarebbe stato visto come occupazione da parte di una nazione ostile, appare incomprensibile la linea morbida adottata dai vertici della North Atlantic Treaty Organization, rispetto il pericolo di una possibile invasione militare di altre provincie ucraine da parte dei russi.
Ha ancora un senso l’appartenenza di un paese alla NATO, il cui articolo 5 stabilisce che ogni attacco a uno stato membro è da considerarsi un attacco all’intera alleanza, se poi paesi che, come l’Ucraina, hanno avviato una pre-adesione grazie Iall’ntensified Dialogue o tramite il Membership Action Plan (MAP), vengono abbandonati dinanzi al potenziale pericolo di un’invasione?
Obama forse non si rende conto di come il non intervento presenti rischi maggiori di quelli che avrebbe potuto rappresentare un’esercitazione militare di forze congiunte all’interno dei confini ucraini. Tale e quale a quella in atto da parte dei russi in Crimea. Un’opzione tenuta in considerazione per i mesi a venire, ma che già oggi appare assai tardiva visti gli sviluppi che ha preso la situazione e che anche un bambino (ma non alcuni giornalisti e capi di governo) avrebbe potuto intuire già da tempo.
La presenza di forze NATO in Ucraina sconsiglierebbe Putin dal tentare ulteriori colpi di mano per realizzare, occupando provincie ucraine niente affatto russofone, un corridoio che unisca territorialmente la Russia alla Crimea. Se i corridoi venissero creati manu militari i paesi NATO resteranno a guardare limitandosi a nuove sanzioni?
“Si stanno adottando misure concrete per attuare accordi in materia di ingresso in Crimea e alla città Sebastopoli” ha dichiarato all’Itar-Tass il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Resta da capire con chi e che genere di accordi starebbe stringendo la Russia visto che il governo ucraino, sul cui territorio dovrebbero passare i russi, ad oggi non sa ancora nulla di possibili accordi e di piani concordati per permettere ai russi di raggiungere le loro basi militari in Crimea.
Gli ucraini, in attesa di nuovi sviluppi, hanno intanto allertato le proprie forze armate ordinando di tenersi pronti al combattimento.
Gian J. Morici