Non sarà il clima festoso e vacanziero ad interrompere le proteste degli studenti venezuelani contro il governo Maduro che ha risposto con la forza alle manifestazioni organizzate dal movimento studentesco antigovernativo.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro, dopo aver tentato soffocare le proteste inizialmente pacifiche schierando contro forze militari e bande armate al soldo del governo, tenta adesso la strada del dialogo interno con l’opposizione, accusandola comunque di aver tentato un “golpe strisciante dell’estrema destra” con l’appoggio di Stati Uniti e Colombia.
Accuse che hanno portato a tensioni tra Washington e Caracas e all’espulsione di funzionari di consolati dei due paesi da parte di entrambi i governi.
Obama, per nulla intimidito da Nicolas Maduro che ha accusato i funzionari statunitensi del consolato americano di Caracas di aver incitato alle violenze e di spionaggio, costringendoli ad abbandonare il Paese, ha risposto con la stessa moneta “invitando” tre funzionari venezuelani a lasciare gli Stati Uniti entro e non oltre 48 ore dall’invito a farlo.
Maduro si trova adesso a dover fronteggiare una crisi interna dovuta al dissesto economico, all’inflazione e all’aumento della criminalità, alla quale si aggiunge la crisi dei rapporti con Washington che rischia di assumere toni sempre più forti.
Il tentativo di porre fine alle proteste antigovernative da parte del presidente venezuelano, appare oggi tardivo. Il leader dell’opposizione Henrique Capriles ha infatti dichiarato di non avere nessuna intenzione di partecipare all’incontro di pace e i dimostranti sembrano decisi a non desistere dalle proteste che hanno causato già parecchi morti e feriti a seguito della violenta repressione messa in atto dalle forze governative.
Alle vittime ufficiali degli scontri si aggiungono i primi desaparecidos. Tra gli attivisti antigovernativi si contano infatti i primi scomparsi. Arrestati o sequestrati da forze paramilitari, alcuni manifestanti sembrano essersi volatilizzati nel nulla.
Secondo i dati ufficiali, gli italiani residenti nel Venezuela sono oggi circa 130.000. Una comunità numerosa che sta già pagando i disagi che vive il Paese.
Da notizie ufficiose, non ancora confermate, tra gli arrestati ci sarebbero anche cittadini italiani. Di uno di loro, arrestato il 12 febbraio, non si hanno più notizie.
In passato quella italiana era la comunità straniera più numerosa del Venezuela e rappresentava una notevole risorsa per lo sviluppo dell’economia nazionale.
A seguito dei rimpatri, delle naturalizzazioni, delle continue crisi politiche interne e della crisi economica coincisa con l’ascesa al potere dell’ex presidente Hugo Chavez, il numero dei cittadini italiani residenti in Venezuela si è ridotto del 50%.
Un dato che oggi potrebbe ancora mutare in negativo visto che il governo di Maduro sembra orientato a stabilire un regime militare ed annullare ogni forma di democrazia.
Gian J. Morici