Le due foto riproducono una il crollo, avvenuto oggi (5/2/14), di un’ala del palazzo Monti in piazza Garraffello alla Vucciria, l’altra il palazzo attribuito alla famiglia Mazzarino, posto di fronte a quello crollato nella stessa piazza. Più volte, insieme a pochi altri, abbiamo pubblicamente segnalato il pericolo che corre questo importante edificio storico nel quale è nato e vissuto il padre del cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, primo ministro di Francia sotto Luigi XIV e uno dei più grandi statisti europei del ‘600. Il Crollo del palazzo Monti suona come un campanello di allarme per il Mazzarino e per gli altri monumenti ed edifici storici del quartiere. Se dovesse crollare il palazzo Mazzarino sarebbe una colpa imperdonabile per chi avrebbe dovuto provvedere al recupero e non ha provvededuto. E qui mi fermo sperando che, dopo questa nuovo, minaccioso avvertimemnto, s’intervenga con rapidità e con efficacia. Se volete potete leggere questo mio articolo, pubblicato in “La Repubblica” del 24 giugno 2010, nel quale ho cercato di tratteggiare la figura e l’opera del Cardinale Giulio Mazzarino(a.s.) l’Espresso NetworkRepubblica.it: il quotidiano online con tutte le notizie in tempo reale. Archivio INDAGINE SUL CARDINALE di Agostino Spataro Nelle vene di Luigi XIV scorreva sangue siciliano? L’ interrogativo è tornata d’ attualità dopo la pubblicazione del libro “Il mistero Mazzarino” (edizioni NovaGraph, 360 pagine, 25 euro) scritto dal docente Giuseppe Ferreri, di cui questo giornale si è già occupato. Abbiamo svolto successivamente una piccola indagine su questo enigma storico siculo-francese e abbiamo trovato alcuni indizi che confermerebbero l’ ipotesi che il re Sole potrebbe essere stato il frutto della relazione fra la regina Anna d’ Austria, moglie del re Luigi XIII, e il cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, geniale primo ministro di Francia (dal 1643 al 1661), figlio della nobildonna romana Ortensia Bufalini e del palermitano Pietro, discendente da una nobile casata originaria di Mazzarino (Caltanissetta). Sulla sicilianità di Pietro non ci sono più dubbi: egli, infatti, nacque a Palermo (nel 1576?) e qui visse nel palazzo di famiglia, i cui resti fatiscenti si possono ancora vedere, fra cumuli d’ immondizia in piazza Garraffello, alla Vucciria, fino a quando non si trasferì a Roma per lavoro. Anche su quella del Cardinale, suo figlio, vi sono riscontri chiari nella memorialistica storicae perfino nelle famigerate “mazarinades” che i suoi avversari fecero circolare in Francia durante le guerre della Fronda secondo cui Mazzarino era «il facchino siciliano»; mentre per il principe Condé, suo potentissimo nemico, era «il furfante di Sicilia». Lo stesso Louis Saint-Simon, figlio di Claude il “favorito” che Luigi XIII licenziò con la grave accusa «di andare a donne», mise in dubbio la nobiltà dei natali del cardinale, ma non la sua origine siciliana: «i Mazarino erano della Sicilia, del Val di Mazara…». Ma torniamo alla domanda iniziale alla quale nessuno può rispondere con certezza. Anche la ristretta cerchia di coloro che potevano conoscere le circostanze del probabile concepimento extraconiugale di Luigi XIV non avrebbero potuto ammetterlo né tantomeno dichiararlo in pubblico. In mancanza di prove certe, si può solo procedere per deduzione, partendo dai diversi pareri e dalle memorie che, in generale, propendono per una risposta affermativa. Oltre la complicità politica, fra il cardinale e la regina ci fu una bellissima storia d’ amore, ricca di sentimenti e di ardenti passioni, recentemente illustrata anche da un avvincente film della tv francese. Ne fanno anche fede le undici lettere cifrate, decriptate e pubblicate da Ravenel. In una (datata 11 maggio 1651), il cardinale, rispondendo alla regina che lo aveva rassicurato sulla buona salute del piccolo re, scrive «Tutto quel che mi dite del Confidente (Luigi XIV ndr) mi entusiasma e credo fermamente che sarà la nostra consolazione». Lo storico nota che «ne parla come si parla di un figlio dal quale molto si aspettano i genitori».) Per il bene del re e della Francia, Mazzarino gli negherà la mano di sua nipote Maria Mancini, anche quando – come scrive Bussy-Rabutin – «Luigi XIV, si gettò ai suoi piedi e lo pregò in lacrime chiamandolo “papà”». Una storia complessa, intrecciata di segreti e dolci intimità, che rileviamo solo per necessità d’ indagine giacché la vita privata dei suoi protagonisti ha molto influenzato quella pubblica. Oltre i sentimenti, infatti, entrano in ballo la politica e la ragion di stato, poiché la mancanza di un successore di Luigi XIII poteva compromettere il futuro della dinastia regnante e gli assetti di potere in Europa. E, dopo due decadi d’ infruttuoso matrimonio, il Delfino non c’ era ancora e si disperava che potesse arrivare per la legittima via coniugale. Ufficialmente, il concepimento del re Sole avvenne in una notte buia e tempestosa del dicembre 1637, quando la regina lasciò improvvisamente la sua residenza e si recò al Louvre decisa a incontrare, a letto, il legittimo consorte. Al bambino, che vide la luce il 5 settembre 1638 (dopo 23 anni di separazione di fatto), furono imposti i nomi di Luigi XIV e Diodato. Quel riavvicinamento improvviso parve “strano” all’ entourage della Corte. Forse, Anna cercò quell’ incontro per legittimare un inconfessabile rapporto. Guitaut, il capitano delle guardie,- annota il Roca- «ne trasse la conclusione, un po’ azzardata, che Luigi XIV e il fratello Filippo d’ Anjou fossero, forse, figli di Mazzarino che era a Parigi e conosceva da tempo Anna d’ Austria». La relazione fra la regina e il cardinale ebbe inizio nel 1634 anno del suo trionfale arrivo a Parigi quale nunzio apostolico straordinario. In realtà, era stato Richelieu a farlo venire in Francia per farne il suo principale collaboratore in politica estera. «A Parigi, Mazzarino stupisce la corte per il suo fasto – scrive Auguste Bailly – Egli era bello come sua madre». Madame de Motteville, che non l’ amava affatto, ammette «ch’ era impossibile non lasciarsi incantare dalla sua dolcezza»; addirittura, Bussy-Rabutin riconosce che «era l’ uomo più ben fatto del mondo». Perciò, Anna d’ Austria «delusa da suo marito, non avendo conosciuto l’ amore, non poteva restare insensibile allo charme di questo seducente italiano che frequentava assiduamente la corte…». Sulla “delusione” della regina pesano diversi fattori fra cui le tendenze omosessuali, più o meno palesi, di Luigi XIII° suo consorte. Su questo scabroso aspetto della vita intima del re esiste una vasta letteratura che va dalle relazioni di alcuni ambasciatori alle memorie di diversi “favoriti”. «La corrispondenza del Nunzio è deliziosa – nota Robiquet – Ci fa sapere che Luynes (Charles, maestro falconiere e primo amante del giovane re, ndr) cerca d’ indurre il re ad amare la regina e fa IL QUADRO “Il Cardinale Mazzarino morente” opera di Paul Delaroche del 1830 di tutto per persuaderlo a dormire con lei. Dormire!!!». Nell’ aprile del 1618 (tre anni dopo il matrimonio), padre Arnaux tornò alla carica… ma agli inviti del suo confessore il re oppose una disperata resistenza. Il nunzio scrisse a Roma, sconsolato, che «il sovrano ha troppo pudore e non sente desiderio per nessuna donna, chiunque essa sia». Richelieu, che conosceva nei minimi dettagli i freddi rapporti della regale coppia, dopo aver tentato (invano) di conquistare il cuore di Anna d’ Austria, fece di tutto per favorire la relazione col giovane nunzio romano che – ricorda Tallement – presentò alla Regina con le seguenti parole: «Signora, l’ amerete molto; assomiglia a Buckingam». Si riferiva, maliziosamente, al primo ministro inglese col quale Anna aveva avuto, anni prima, un’ avventurosa relazione sulla quale si diffonde anche A. Dumas nel suo “I tre moschettieri”. Ben presto il galante diplomatico italiano farà colpo nel cuore della regina la quale dopo la morte del marito lo sposerà – assicura la principessa d’ Orleans – con una cerimonia segreta, ma in regola con i sacramenti, poiché Mazzarino, pur essendo cardinale, non aveva preso i voti sacerdotali. Questi ed altri argomenti rafforzano l’ ipotesi della paternità del cardinale anche – se come detto – non possono affermarla con certezza. A questo punto non resta che una strada per accertare la verità biologica, che noi in questa sede proponiamo: la prova del Dna.
AGOSTINO SPATARO
Ma quella figura di palazzo Monti e’ un’aquila che regge una svastica?