Caramelle razziste o quando il politicamente corretto rasenta l’idiozia.
Se si teme di incorrere in critiche meglio non dire e fare più nulla. Se da una parte salgono i più odiosi estremismi contro i quali è giusto combattere, dall’altra si grida sempre più inutilmente “orrore!”. L’ultima stupidità perbenista arriva dalla Svezia e dalla Danimarca: la marca tedesca Haribo ha dovuto ritirare dalla vendita nei due paesi scandinavi le caramelle alla liquerizia delle confezioni “Skipper Mix”. Caramelle che esistono da una vita assieme ai celebri orsetti multicolori e gommosi la cui principale colpa è stata quella di provocare carie ed incollarsi al palato. La grave colpa delle Skipper Mix, il cui nome significa il “misto del marinaio” perché le famigerate caramelle hanno la forma di oggetti che i marinai riportavano a casa come ricordo, è quella di essere razziste. Nel sacchetto c’è ogni sorta di forma d’arte primitiva: dal fossile al cavalluccio marino, dalla maschera sudamericana a quella africana! E devono essere state queste ultime a scatenare l’orrore in ipersensibili antirazzisti. Le caramelle sono pure nere – o marrone scurissimo. Che strano per dei dolci alla liquerizia! Internauti infastiditi hanno fatto pressione sulle autorità ed hanno ottenuto la censura dei dolciumi.
Detta così sembra una barzelletta ma la questione di fondo resta grave. Fin dove dobbiamo arrivare per essere corretti e non tacciati di xenofobia ed altre bassezze?
Quanti bambini si sono ingozzati di caramelle Haribo senza notare un eventuale doppio senso o un messaggio di propaganda anti-africani? E quanti adulti? Vogliamo conservare un po’ di ingenuità? Un po’ di libertà di espressione e non sentirci costantemente in colpa? L’eccesso di correttezza, l’eccesso di divieti in nome di “cosiddetti” valori non può che ottenere un effetto perverso spingendo all’autocensura. Perché partendo dal presupposto che gli argomenti sensibili diventano tabù bisognerebbe fare l’elenco di chi è sensibile a cosa. Un elenco che rischia di diventare infinito. E quanti oggetti andrebbero ritirati? Se divulgo la ricetta dei dolci “capezzoli di Venere” vengo tacciata di mancato rispetto della donna? Vogliamo chiedere ai napoletani di smettere di mangiare il dolce testa di moro? Bruciamo tutte le copie di “Tintin in Congo?”che effettivamente ha il tono colonialista del tempo in cui è stato scritto ma non ha dato nascita a nessun movimento estremista. Almeno non credo.
Meglio lasciare l’arduo compito della censura ad ogni costo a chi vede il male dietro ogni angolo.
Luisa Pace
Domanda: siamo sicuri che nessun bambino “diversamente bianco” non ne abbia mangiata nemmeno una di queste liquerizie?
No, perchè secondo questi finti perbenisti che ne hanno ordinato il sequestro, i piccoli golosi sarebbero da denunciare per CANNIBALISMO!!
Proprio niente di serio a cui pensare, vero?