Non sono certamente molti coloro i quali nella vita possono dire di essere stati compagni di classe di un Premio Nobel. Né molti sono gli insegnanti che possono ricordare i tanti anni di scuola mettendo a fuoco il volto di un bambino che sarebbe stato poi insignito di un premio tanto ambito. Meno ancora, caso forse più unico che raro, che lo scienziato in occasione di una Lectio Magistralis tenuta dopo aver ottenuto il prestigioso riconoscimento, senta la necessità di ricordare e ringraziare un’insegnante. Quell’insegnante di matematica che fu la prima a indirizzarlo verso la sua carriera scientifica.
Silvio Micali, professore al MIT (Massachusetts Institute of Technology), nel 2012 ha vinto il Premio Turing 2012, considerato alla stregua del premio Nobel nel settore dell’informatica.
Nato a Palermo nel 1954, ad Agrigento ha frequentato le scuole medie dove è stato alunno della professoressa di matematica Francesca Cinà. L’insegnante che lo indirizzò alla carriera scientifica che nel 2012 lo avrebbe portato, insieme alla collega israeliana Shafi Goldwasser, premiata anche lei, alla scoperta dei “fondamenti della moderna teoria della crittografia”, alla base delle attuali tecnologie della sicurezza informatica per la cifratura dei testi online e delle firme digitali.
A pochi giorni di distanza dalla Lectio Magistralis tenuta a Palermo dal professore Silvio Micali, abbiamo voluto incontrare la professoressa Cinà. Una donna che ha dedicato la propria vita alla scuola fin da quando a soli 22 anni intraprese la carriera di insegnante. La professoressa Cinà ci accoglie con un sorriso che lascia trapelare un’emozione tenuta celata per giorni.
La conversazione assume subito un tono amichevole. Dietro quello che una volta doveva essere stato l’aspetto austero che l’insegnante doveva mantenere dinanzi i suoi alunni, si cela il cuore di una donna che ha amato la i suoi alunni, la cultura, scuola. Iniziamo così a parlare della Francesca Cinà studentessa a Bivona, degli anni dell’università a Palermo, quando a molti appariva incomprensibile il fatto che una ragazza potesse recarsi in un’altra città per ragioni di studio. Ricordi ed aneddoti sul periodo in cui studiava e le classi maschili erano separate da quelle femminili, per arrivare poi all’università, alle classi miste, ad un mondo così diverso e distante da quello che aveva conosciuto sino a quel momento.
La professoressa Cinà ricorda e ci racconta di una scuola diversa da quella di oggi. Nel corso della sua lezione, Silvio Micali si è soffermato sui suoi anni giovanili trascorsi in Sicilia, ringraziando in particolar modo una sua insegnante di matematica, la professoressa Cinà, che fu la prima a indirizzarlo verso la carriera scientifica.
– D: Giorni fa il professor Silvio Micali ha voluto ringraziare la sua professoressa di matematica che per prima lo spinse in direzione di quella che sarebbe diventata la sua carriera…
– R: “L’ho saputo da un’amica che ha assistito alla lezione tenuta da Silvio… Una notizia che mi ha colta di sorpresa. Ho saputo anche che Silvio in questi anni aveva provato più volte a rintracciarmi e avrei voluto chiamarlo, ma l’emozione è stata tale da avermelo impedito… Il mio ex alunno, oggi professore universitario insignito del Premio Turing, che si ricorda ancora della sua professoressa di matematica alle scuole medie, mi ha commossa” – Una pausa di silenzio per contenere la commozione, poi: “Silvio è stato uno dei miei migliori alunni. Ottime capacità intellettive, ottima memoria e un grande desiderio di rendere al meglio in tutte le materie. Fin dalle medie avevo notato il suo amore per la matematica… Uno studente eccellente…”
Il viso della professoressa sembra illuminarsi mentre parla del suo ex alunno. Ricorda episodi di tanti anni fa, i nomi dei compagni di classe dell’allora studente Micali, i suoi genitori, la determinazione di un ragazzo di scuola media a dare nello studio il meglio di sé. Ricorda i bei tempi di quando il suono di una campanella scandiva le sue giornate e la trepidazione dei ragazzi al primo giorno di scuola era anche la sua. I suoi occhi brillano quando parla della sua materia, la matematica, per la quale ha speso una vita. Quando parla dei suoi ragazzi, ai quali ha dedicato 43 anni della sua esistenza. Ma è quando parla di Silvio che la sua voce s’incrina rotta dall’emozione.
– D: Ha sentito il professor Micali dopo la sua Lectio Magistralis a Palermo?
– R: No. Mi hanno dato i suoi recapiti ma non ho avuto il coraggio di chiamarlo. Troppe emozioni… Quando penso al mio ragazzo, a quel bambino brillante e volenteroso, mi viene un groppo alla gola… non riuscirei a parlargli… Ho scritto una lettera, ma non l’ho ancora spedita…
– D: Cosa vorrebbe dire al suo ex alunno?
– R: Che sono fiera di lui, che lascia nel mondo scientifico un’impronta indelebile… che gli auguro di raggiungere nel futuro altri riconoscimenti…
Nei suoi occhi luccica una lacrima, subito ricacciata indietro. Una Prof. non piange e noi comprendiamo che è giunto il momento di concludere il nostro incontro-intervista.
La più bella lezione alla quale abbiamo mai assistito. Una lezione di umanità, affetto, ma anche di immortalità nella storia e nel presente, tenuta da una professoressa, oggi quasi novantenne, che non ha dimenticato i suoi ragazzi e l’amore con il quale insegnava loro la sua materia.
Chissà quante altre cose avrebbe voluto dire la professoressa Cinà al professore Micali. Ma sono parole che resteranno nei loro cuori e che forse, se un giorno dovessero incontrarsi, pronunceranno le loro labbra lontane da orecchie indiscrete.
Gjm