È durata poco più di un anno la storia di Vito Rizzuto da quando alla fine del 2012 ha lasciato il carcere dopo aver scontato una condanna per essere rimasto coinvolto in tre omicidi di mafia a Brooklyn. Un ritorno a casa per il padrino di Montreal che durante il periodo di detenzione aveva perso il padre, il figlio e alcuni dei suoi più fedeli uomini a seguito della guerra di mafia che sembrava dover porre fine alla Sesta Famiglia. Quella per l’appunto del clan Rizzuto.
Un ritorno nel bel mezzo di una guerra di mafia che molti pensavano sarebbe finito in una bara d’oro. Così com’era stato per il figlio e per il padre, a causa del piombo avversario. Indebolito dalle perdite inflittegli dagli avversari e dall’attività degli inquirenti, grazie ai quali la Commissione Charbonneau in Canada aveva cominciato a rivelare i legami tra politici e la mafia, le sorti di Rizzuto sembravano segnate. Dall’Ontario, dove risiedono i nemici storici della ‘Sesta Famiglia’ capeggiata dai Rizzuto, era partito l’ordine di decimare il clan che da decenni dominava incontrastato su Montreal e sui traffici dell’importante porto canadese.
Ma la vita è destino. A uccidere il boss, evidentemente non doveva essere una pallottola. Poco più di un anno dopo la sua liberazione, Vito Rizzuto in quella bara d’oro c’è finito. Ma a causa di un cancro.
Un anno ricco di eventi. Dall’arrivo in Ontario del boss subito dopo il suo rilascio dalla prigione (secondo i ben informati preparato già agli inizi del 2011, quando a Vaughan si era tenuto un 50° anniversario di matrimonio al quale hanno partecipato esponenti di primo piano della ‘Ndrangheta e di Cosa Nostra, a ritorno a Montreal per riprendere il comando del Quebec), al rientro a Montreal.
Un anno che presumibilmente ha portato ad accordi tra le ‘ndrine calabresi e le famiglie siciliane che operano nel Canada, ma che ha visto anche un padrino determinato a riconquistare il potere con la forza. Ovvio infatti che la scelta di recarsi in Ontario prima del ritorno a casa non poteva essere né causale né tantomeno fatta senza aver prima preso le dovute precauzioni e senza aver fatto accordi.
Ma Vito Rizzuto a Montreal, sostengono in molti, aveva conti da saldare e doveva dimostrare a tutti che il padrino era tornato. Da quando Rizzuto fa ritorno a Montreal, Little Italy – il quartiere italiano – diventa una zona calda.
Il suo ritorno coincide infatti con una serie di attentati incendiari in danno delle imprese del quartiere. In particolare quelle riconducibili a Domenico Arcuri, noto già alle forze dell’ordine, indicato insieme a Joe Di Maulo, Raynald Desjardins e Salvatore Montagna come uno degli uomini che avrebbe messo sotto scacco la Sesta Famiglia.
La ‘voce’ nei bar italiani raccontava di un Arcuri che aveva tentato di avvicinare i luogotenenti di don Vito, per raggiungere un accordo. Un armistizio dopo il sangue versato. Una proposta di pace che non sarebbe stata accolta dai fedelissimi del padrino che avrebbero così manifestato la precisa volontà del clan di riprendere il possesso del territorio anche a costo di scatenare una sanguinosa guerra di mafia.
E il sangue tornò a sporcare le strade di Montreal. Da quello di due membri della gang di una strada, pare a causa dei loro legami con Rizzuto, a quello di altri uomini ritenuti antagonisti del capo della Sesta Famiglia. In Ontario, sotto il piombo cadono uomini come Salvatore “Sam” Calautti, sospettato dell’omicidio del padre di Vito, il vecchio patriarca Nicolò Rizzuto. Dalle strade di Montreal la guerra si sposta in Ontario, dove il Padrino cerca vendetta e vuole mandare il suo messaggio: Montreal appartiene ed apparterrà alla Sesta Famiglia. Ai Rizzuto!
Ben presto cadono uomini come Joe Di Maulo e Roger Valiquette considerato vicino a Raynald Desjardins. Ma la guerra di mafia non rimane entro i confini canadesi, tant’è che ad Acapulco viene ucciso Moreno Gallo. Casualmente, l’omicidio di Gallo avveniva nel giorno del terzo anniversario della morte del padre di Vito Rizzuto.
E mentre in molti constatano come i funerali dei vecchi padrini non siano più come quelli di una volta che vedevano la partecipazione di centinaia persone, tantissimi fiori e decine di limousine, ci si comincia già a chiedere a chi andrà la pesante eredità del boss. Chi governerà Montreal?
Se è vero che Vito Rizzuto sapeva già dal 2006 di avere un cancro, appare assai probabile che il suo successore sia stato già nominato. Il toto-padrino è già iniziato e c’è chi vorrebbe si trattasse di un consigliere della famiglia. Un uomo assai vicino al boss. Ma vista la storia del clan Rizzuto, il successore ancora una volta potrebbe essere un uomo appartenente alla stessa famiglia.
I Rizzuto, pur contando su solide alleanze e riconoscendo ai fedelissimi ruoli di tutto rispetto, non hanno mai ceduto lo scettro di re di Montreal a persone estranee alla famiglia.
Il nuovo capo dovrà però fare i conti con i nemici storici che tenteranno certamente di approfittare di questo ulteriore momento di debolezza e con i rivali interni al clan che potrebbero avere ambizioni da capi assoluti.
Il Padrino è morto. Viva il Padrino! E poi?
Gian J. Morici