Enrico Letta è intervenuto sulle prospettive dell’Unione europea durante un convegno alla Sorbona di Parigi.
Il Capo dell’esecutivo ha quindi ripetuto il ragionamento fatto a Bruxelles: in futuro “Il grande dibattito sarà quello dell’Europa dei popoli contro l’Europa dei populismi. L’Europa non deve più nascondersi, si è troppo nascosta in questi anni.
Tutti chiedono di fare altro debito – ha affermato Letta -, ma io posso dire no grazie allo scudo comunitario. Posso dire no a nuovi debiti per evitare che l’Italia venga travolta.”
Non pochi gli scettici, ai quali il premier ha risposto con una battuta: “Anche io vorrei fare previsioni a lungo termine ma i tempi politici in Italia sono un po’ più brevi, ma ci si diverte sempre.”
Quasi al termine del discorso, rivolgendosi alla platea dell’università parigina, il Capo dell’esecutivo ha affrontato il tema della legge di stabilità: “Grazie alla legge di stabilità l’Italia l’anno prossimo si presenterà al semestre di presidenza europeo con il debito pubblico che per la prima volta dopo 5 anni diminuirà e la crescita tornerà ad essere seria”.
Un attimo di silenzio, sguardi che si incrociano e poi fragorose risate.
“Miracolo… Miracolo…” – gridano i presenti. “Abbiate fede… abbiate fede…” –risponde loro il Presidente.
E miracolo sia! Per convincere gli scettici sull’esistenza dei miracoli, il Presidente del Consiglio ha chiesto aiuto a chi meglio di lui poteva convincere la platea.
L’uomo avvolto nella tunica attraversa l’aula. Enrico gli si rivolge con rispetto: “Tu che puoi, mostra loro la potenza della fede”.
“Ci sono tra di voi due malati che vogliono essere guariti?” – chiede l’uomo giovane avvolto nella sua tunica.
Un ragazzo si fa avanti appoggiandosi sulle stampelle: “Il mio nome è Antonio e sono così dalla nascita. Vorrei poter camminare senza l’ausilio delle stampelle…”.
“Esci dalla porta – dice il giovane che indossa la tunica – e resta dietro l’angolo fin quando non ti dirò ciò che devi fare”.
Il secondo è un giovane balbuziente di nome Giovanni che viene invitato a fare come Antonio.
Dopo aver guardato negli occhi il premier italiano, alzate le braccia lasciando scivolare le maniche della tunica ben oltre i gomiti, il giovane punta il dito contro la platea: “Adesso vi mostrerò in nome del Presidente del Consiglio di cosa sono capace. Eravate miscredenti, non lo avete creduto ed avete riso di lui e della politica italiana…”.
Girandosi in direzione della porta, dopo aver fatto strani gesti e recitato una formula, il giovane con voce stentorea si rivolge ad Antonio che è ancora dietro l’angolo della porta: “Prendi le tue stampelle e buttale via”.
Le stampelle di Antonio finiscono rumorosamente al centro dell’aula. I presenti non ridono più. Guardano ora Letta e ora il giovane che indossa la tunica.
“Giovanni, tocca a te adesso… parla…” – dice rivolgendosi al ragazzo balbuziente.
Letta e il giovane guardano in direzione della porta.
Silenzio. Poi, si sente una voce: “A A Ant tonio è ca ca cadu caduto…”
Eh sì, la politica italiana – come dice Letta – è proprio divertente…
Gjm