Il 9 ottobre del 1963, alle ore 22:39 una montagna franò nel lago artificiale del Vajont causando uno tsunami che cancellò Longarone, Castellavazzo, Faè, Rivalta e Codissago.
E’ passato mezzo secolo, allora il moderno sistema di protezione civile non lo si immaginava nemmeno, i primi ad accorgersi cosa fosse accaduto furono gli agenti di due pattuglie della Polizia Stradale di Belluno:
le guardie Antonio Violanti e Salvatore Carappa a nord della vallata e le guardie Gino Maresia e Pompeo Miccoli provenienti da sud;
diedero l’allarme via radio e si gettarono nel fango a soccorrere le persone in difficoltà.
Poi in forza, in piena notte, il primo contingente ad arrivare sul posto fu quello degli alpini seguiti dagli uomini del secondo reparto celere delle Guardie di P.S.
I battaglioni di pubblico soccorso erano stati istituiti ed organizzati da poco e gli uomini che li componevano riuscirono a dimostrare tutto il loro valore nelle difficili operazioni di soccorso a cui parteciparono 1.200 ufficiali, sottufficiali e guardie di P.S. con 236 mezzi di soccorso, 4 ambulanze un carro radio, un carro officina 20 natanti 5 apparati R.T. fissi e 45 mobili.
La bandiera della Polizia di Stato è stata insignita della onorificenza della medaglia d’oro al valor civile per le operazioni di soccorso portate alla popolazione.
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