
Non era riservato a pochi o a una elite, semplicemente è stato il caso a decidere I fortunati che hanno avuto modo di passare una festa che ricorderanno a lungo. Niente SPA, oli, unguenti, pietre sulla schiena per I massaggi, vasche termali, benessere, pelle liscia. Quello che è stato proposto ai sorteggiati era un misto di sudore, lacrime e disperazione. Ma anche ringraziamenti, abbracci, poveri che aiutano poveri, gente che si sente gente, non bianco non nero, non giallo, non marrone.
Quest’anno la palma del più bel ferragosto va ai bagnanti della spiaggia di Pachino, vicino Siracusa. La loro vacanza è stata resa anomala dall’arrivo di un barcone di migranti. Nessuno di loro ha esclamato frasi di disappunto con la “evve” moscia, nessuno ha pensato un attimo alla vacanza rovinata. Si sono guardati come nella canzone “la storia” di De Gregori: la gente, quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti che sanno benissimo cosa fare, quelli che hanno letto un milione di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Si sono buttati in acqua e hanno fatto una catena umana, portando a riva insieme alle motovedette della Capitaneria, più di 160 migranti allo sbando. Non una esitazione, non una incertezza, non un disappunto, appunto.
Credo vadano convocati in Quirinale, per una medaglia al valore. Ma forse, di questi tempi per questi antieroi del ferragosto, sarebbe molto offensivo farsi appuntare una medaglia da istituzioni da barzelletta.
Perchè la gente che fa la storia, la fa così, d’amblè, senza nemmeno pensarci, gli ribolle dentro un movimento. Non è aver mangiato pesante, non è fastidio, non è colpo di sole.
È dignità e coraggio, ne abbiamo a tonnellate, insieme a litri di sangue vero e energico.
Sicuramente il sonno del ferragosto di quei bagnanti sarà stato stanco, tanto quanto chi ha festeggiato in maniera classica, ma molto, molto più felice, con un sorriso bello come quello di un magnifico bimbo color cioccolato appena messo in salvo, o di una mamma incinta. Bravi, meritate le nostre lacrime, non di coccodrillo politico e la nostra invidia, volevamo essere lì con voi a darvi una mano.