Il Quirinale sarebbe pronto a concedere la Grazia al leader del PdL qualora ne venisse formalmente avanzata la richiesta da quest’ultimo.
Giorgio Napolitano della nota pubblicata ieri sera sul sito web del Quirinale, però, pur parlando della concessione della grazia per l’ex premier Silvio Berlusconi, pone tutta una serie di condizioni. Innanzitutto invita PD e PdL a una maggiore collaborazione per non mettere a repentaglio la vita del neonato “Governo dell’Inciucio” che da poco ha compiuto cento giorni. Inoltre, sottolinea che le sentenze vanno rispettate così come va rispettato il principio della divisione dei poteri e l’indipendenza della magistratura.
Una vita pressoché breve che nella percezione degli italiani poco o nulla ha inciso ma che, dalle parole dei politici – specie quelli di vecchio stampo tra cui il Capo dello Stato – il governo Letta sarebbe indispensabile onde evitare di far “ricadere il paese nell’instabilità e nell’incertezza che impedirebbero di cogliere e consolidare le possibilità di ripresa economica formalmente delineatesi […]”.
Un governo che in realtà non è stato neppure capace, a causa degli attriti interni e beghe tra le diverse forze politiche, di mettere mano alla legge elettorale per porre fine a quel porcellum che è tra le cause principali dell’instabilità politica.
Napolitano ha quindi lasciato intuire che concederà la grazia a Berlusconi solamente se questa verrà chiesta e se verranno rispettati i patti che hanno portato alla sua rielezione a Capo dello Stato con relativa nascita del governo delle grandi intese.
“Toccherà a Silvio Berlusconi e al suo partito – è stato sottolineato dal Capo dello Stato toccando il delicato tasto della successione in seno al PdL – decidere circa l’ulteriore svolgimento, nei modi che risulteranno legittimamente possibili, delle funzioni di guida finora a lui attribuita”.
Problema della successione che non pochi malumori sta creando nel partito di plastica tra quanti vedono Marina Berlusconi quale legittima erede politico del Cavaliere e quanti, invece, sfavorevoli a un passaggio di consegne da padre in figlia per la leadership del partito.
In sintesi dalla nota di Napolitano traspare per il futuro un ruolo politico di secondo piano per Silvio Berlusconi in virtù della legge Severino che lo rende incandidabile. Silvio Berlusconi quale rispettato padre fondatore del PdL, uno dei partiti più importanti dell’ultimo ventennio politico italiano, ma nessun ruolo di governo.
Potrà Silvio Berlusconi accettare di fare un passo indietro lasciando la politica attiva e limitandosi a dirigere i giochi dall’interno del PdL senza ricoprire alcun incarico di governo o alcuna carica politica pubblica?
Qualora tutto vada per il verso giusto, in autunno potrebbe giungere la grazia per il “Cavaliere” e con essa anche un suo passo indietro che non vedendo giganti attorno a se potrebbe decidere per una successione ereditaria alla guida dal suo partito (Marina) che al tempo stesso consentirà ai Berlusconi di mantenere il potere e tutelare le proprie aziende.
I Berlusconi al momento non possono permettersi di lasciare la politica visto, peraltro, che a breve potrebbe esserci una nuova ondata di guai giudiziari per Silvio Berlusconi: processo Ruby, le vicende legate all’inchiesta Bnl-Unipol, senza dimenticare la corruzione del senatore De Gregorio.
Per Napoletano, dunque, meglio questo governo – per molti italiani il governo del rinvio e del non fare – perché una crisi oggi sarebbe fatale.
L’Italia è ancora una democrazia ove le leggi sono uguali per tutti i cittadino o si può già parlare di una deriva dove il potere è detenuto da una casta politico-imprenditoriale ove il compromesso, il sotterfugio e il ricatto sono diventati la prassi?
Totò Castellana