Che fossimo caduti nel ridicolo non era necessario che lo dicesse il Ministro degli Esteri del Kazakistan – il cui commento è riportato nell’articolo pubblicato dal “Tengri News”, – che non ha esitato a criticare l’operato del Governo italiano (“Una storia di burattini e burattinai”) nell’estradare Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, salvo poi, a distanza di 45 giorni, rivedere il tutto con un’improvvisa retromarcia.
Non stupisce certo “l’alta considerazione” che all’estero si può avere di noi italiani, visti tutti i precedenti che hanno gettato nel ridicolo un paese con una storia millenaria e che fu culla di cultura e civiltà.
Mentre all’interno delle forze politiche di sinistra cresce il malumore per quanto accaduto e l’invito al Ministro Alfano a rassegnare le proprie dimissioni, dopo una prima difesa nei confronti di Alfano da parte del suo capo di gabinetto Procaccini – dimessosi ieri dopo aver dichiarato che il ministro era all’oscuro di tutto – le nuove affermazioni di Procaccini, secondo il quale Alfano era stato informato, contribuiscono a rendere sempre più farsesca la vicenda, facendo perdere la fiducia del resto d’Europa e dei nostri alleati in questo paese ormai trasformato in una barzelletta.
E di “mezza barzelletta” e “presa in giro” ha parlato anche il senatore del Pd Felice Casson.
Gli unici a far quadrato intorno il ministro, i pidiellini, i quali non accettano il fatto che il loro ministro si sia reso responsabile di una vicenda che sta generando non poco allarmismo e che ha dato il colpo di grazia alla già macilenta immagine dell’Italia.
Tutto ciò, senza valutare che se il ministro realmente ignorasse quanto successo, sarebbe ancor più grave, visto che dimostrerebbe la scarsa considerazione nella quale sarebbe tenuto dai vertici del suo stesso dicastero.
Una scarsa considerazione che si aggiunge a quella dei diplomatici kazaki che hanno chiesto e ottenuto ciò che volevano in maniera quantomeno assai discutibile.
La stessa scarsa considerazione mostrata dal Ministro degli Esteri del Kazakistan, utilizzando i termini “burattini” e “burattinai”. Un linguaggio che poteva essere adoperato impunemente soltanto parlando di esponenti di governo di un paese come il nostro.
Il ministro kazako non ha comunque individuato facendone i nomi – seppur lasciandoli intuire – chi sarebbero i “burattini” e i “burattinai” italiani.
Le autorità kazake hanno riferito che l’estradizione di Alma Shalabayeva in Kazakistan è stato fatta con il rispetto di tutte le procedure richieste ed era assolutamente legale fino a quando le autorità italiane hanno improvvisamente deciso che avevano torto nel concerne l’estradizione.
“Solo pochi mesi fa – affermano le autorità -, il governo italiano ha espresso la disponibilità a firmare trattati di estradizione con il Kazakhstan , mentre ora senatori del Partito Democratico italiano (PD) affermano che l’estradizione ha violato le leggi che vietano la deportazione di stranieri verso stati in cui potrebbero essere oggetto di persecuzione politica, il che implica che il Kazakistan ha iniziato improvvisamente ad essere visto come uno di tali stati”.
Il Kazakistan non è visto solo dai senatori del PD come uno stato dittatoriale che viola i principi umanitari, ma anche dall’Unione Europea e molti altri paesi democratici. Forse questo i politici kazaki non lo sanno, così come Alfano non era a conoscenza dell’estradizione della moglie di un dissidente kazako verso un paese governato da un dittatore.
A legittimare l’estradizione di Alma Shalabayeva e della figlia di sei anni – secondo le autorità kazake – il fatto che la donna avrebbe mostrato alla polizia dei documenti non rilasciati dalle autorità del Kazakistan e poiché il Kazakistan non ammette la possibilità di avere una doppia cittadinanza, secondo le autorità le due erano da considerare “clandestine in possesso di falsi documenti”.
Stupisce che il Ministero dell’Interno italiano non si sia mai interessato di quanti cittadini italiani godano di doppia cittadinanza e siano pertanto in possesso di documenti di altra nazionalità. Nazioni che non riconoscono ai loro cittadini l’eventuale doppia cittadinanza, compresa quella italiana.
Tanto per citare un caso, tutti coloro che per nascita o per diritto derivante dalla cittadinanza di uno dei genitori, sono cittadini statunitensi e al contempo cittadini italiani.
Chissà se un giorno il dicastero che fa capo ad Angelino Alfano deciderà di controllare tutti questi cittadini e dichiarare che gli stessi sono in possesso di falsi documenti (carte d’identità, patenti, passaporti ecc), rilasciati legalmente e legittimamente dalle autorità italiane.
Poiché al ridicolo non c’è fine, restiamo in attesa di un blitz che porti all’arresto e all’estradizione verso altri paesi di migliaia di italiani in possesso di documenti italiani.
Gian J. Morici