Sabato 18 maggio 2013 – scrive l’Avv. Giuseppe Lipera in un suo comunicato stampa – ricorre il 25° anniversario della morte del grande Enzo Tortora, vittima riconosciuta e consacrata della mala giustizia italiana.
Così come ogni anno, invitiamo tutti gli italiani a presenziare davanti al Palazzo di Giustizia di ogni città italiana, sede di Tribunale, per ricordare l’Illustre scomparso.
L’iniziativa tende a ricordare non solo il 25° anniversario della morte di Enzo Tortora, ma a commemorare insieme la vittima dell’errore giudiziario ovvero dell’innocente ignoto.
Auspichiamo – continua Lipera – che ogni piazza o via, ove sorgono i Tribunali, vengano tutte denominate “Enzo Tortora”.
Non solo per ricordare doverosamente l’illustre vittima della malagiustizia, ma affinché ogni giorno chi entri nel “tempio”, primi fra tutti i magistrati, si ricordi che tra le loro carte avvocatesche può esserci imprigionata una creatura umana innocente.
Noi di Catania, alle ore 12:00 di sabato 18 maggio saremo davanti al Palazzo di Giustizia in Piazza Giovanni Verga.
Su facebook, già da qualche anno, vi è un apposito evento denominato “XXV Anniversario della morte di Enzo Tortora”; invitiamo anche attraverso questo social network a “partecipare”.
“Non abbiano ad offendersi le figlie di Enzo Tortora, anche per le ragioni che ho già spiegato all’amata compagna del presentatore televisivo, Francesca Scopelliti, il 18 maggio 2008 a Napoli, in occasione del convegno per ricordare sempre il caso Tortora nel 20° anniversario. Enzo Tortora è il loro padre, e su questo non ci sono dubbi, io fui solo un amico fra i tanti che gli fu vicino nel periodo più nero, andandolo a trovare anche quando era agli arresti domiciliari, in quel di Via Dei Piatti 8 a Milano; ma il “Caso Tortora” rappresenta per tutti gli italiani un simbolo che appartiene al nostro Paese, così come lo è il “caso Gallo”. I giovani devono conoscere questa brutta pagina della storia d’Italia.
Rinnovo l’invito – conclude l’Avv. Lipera – affinché in ogni città italiana, ciascuna piazza o via, ove sorgono i Tribunali, vengano tutte denominate “Enzo Tortora”, perché ogni giorno, chiunque entri nel “tempio”, primi fra tutti i magistrati, sappia che tra le carte avvocatesche potrebbe esserci imprigionata una creatura umana innocente”.