“E’ stata accolta soltanto una parte delle richieste fatte dagli enti gestori e da quanti in questi mesi si sono occupati dall’emergenza nord africa”. E’ quanto dichiaraOrazio Micalizzi, presidente della Fondazione Xenagos, commentando la circolare del Ministero dell’interno sulla chiusura dell’emergenza umanitaria del Nord Africa, datata 1 marzo.
“Ci sono i vulnerabili, le famiglie con bambini, le persone in attesa di ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Sono escluse le persone che avevano avviato dei percorsi formativi, di inserimento lavorativo e di integrazione che andranno persi”.
“Le esperienze positive – dichiara Salvatore Ippolito presidente del Comitato Scientifico – anziché valorizzate verranno buttate via, spesso a pochi mesi dal raggiungimento dell’obiettivo. Le risorse spese in questa direzione e le professionalità acquisite andranno così sprecate”.
“Rimangono numerose perplessità – continua Ippolito – sull’ennesimo intervento tardivo da parte del Governo, che conferma una gestione dell’accoglienza solo dal punto di vista emergenziale e che esclude la possibilità di costruire, e terminare con successo, l’integrazione”.
“Questa chiusura dell’emergenza Nord Africa – aggiunge – nonostante questo correttivo in corsa, desta preoccupazione soprattutto per le ricadute sociali che si potranno avere nelle aree metropolitane e nelle zone tristemente note per lo sfruttamento di lavoratori irregolari”.
“Sui comuni – dichiara Mauro Maurino, del Cda della Fondazione Xenagos – premerà una massa di esclusi che chiederanno alloggi e servizi ad enti che si trovano già in un momento di grande difficoltà finanziaria”.
“Facciamo appello – conclude Maurino – agli enti gestori più radicati sul territorio e soprattutto alle reti delle cooperative sociali che hanno già sperimentato modelli alternativi di percorsi di uscita dall’emergenza, seppur insoddisfacenti, affinché richiamino alle loro responsabilità e sensibilizzino le amministrazioni locali e regionali su quanto potrà accadere nelle prossime settimane”.