I mercati finanziari europei stanno vivendo uno dei peggiori momenti da quando il picco della crisi globale aveva spazzato via titoli e miliardi dalle borse di tutto il mondo.
Le incertezze politiche rimangono una delle principali preoccupazioni per i mercati. Da una parte l’instabilità di governo venutasi a creare in Italia, la terza più grande ed indebitata economia d’Europa, dall’altra l’irrisolta questione della spesa pubblica degli Stati Uniti.
La questione italiana, che rischia di portare ad un lungo periodo di stallo il paese, potrebbe causare uno tsunami che, partendo dall’euro, finirebbe con il trascinare verso il baratro le più grandi economie della terra.
Se in Italia la causa sembra essere la difficoltà delle forze politiche nel raggiungere accordi di governo, con disastrose conseguenze per i mercati finanziari, va anche detto che neppure il resto d’Europa ride, a prescindere dal danno causato dall’Italia.
La Francia di Francois Hollande, per l’occupazione e la crescita fa ancora troppo affidamento sul settore pubblico e la spesa pubblica rappresenta più del 50% del Prodotto Interno Lordo francese.
Disoccupazione in Spagna e crisi in Grecia, sembrano rendere ancora più fosche le prospettive future dell’euro, di quell’Europa fondata solo sulla divisa monetaria ma che non rappresenta certo un’unione di Stati tanto diversi per culture, lingue e leggi.
Dalle turbolenze economiche in Europa, non esce indenne neppure la Germania, entrata anch’essa in fase di stallo a causa del forte calo delle esportazioni, prevalentemente verso altri paesi dell’area euro.
I tagli alla spesa attuati dal primo ministro inglese, David Cameron, hanno finito con il ridurre la crescita del paese, la cui economia era già estremamente fragile. Senza un minimo di coraggio da parte del governo, a parere degli economisti, anche l’economia britannica si avvierebbe verso il tracollo.
Un malessere economico che attraverso l’Atlantico sembra allungarsi sugli Stati Uniti e che rischia di creare il declino di quella che ad oggi è stata ritenuta la più grande potenza del mondo.
Mancanza di tempestività negli interventi da parte dei governi europei e di quello americano, rischiano di portare l’euro e il dollaro in una “Tempesta perfetta” i cui effetti già s’intravedono anche in Canada.
Per quanto tempo ancora i mercati reggeranno alla mancanza di stabilità di governo, da Roma a Washington, dettata dall’incapacità della politica di prendere atto del delicato momento che il paese reale sta vivendo?
A tal proposito, i più grandi economisti a livello mondiale, non sembrano affatto essere ottimisti…
Gjm