È difficile immaginare Benedetto XVI che scompare per ritirarsi tra libri e musica per vivere come un “quasi qualsiasi pensionato”.
Ratzinger, il Papa che ha vissuto il periodo di maggiori scandali per la Chiesa, colui che durante la sua permanenza presso la Congregazione per la Dottrina della Fede ha criticato la secolarizzazione, la teologia della liberazione, il femminismo radicale, l’omosessualità, il pluralismo religioso e la bioetica, tanto da meritare l’appellativo di “Rottweiler di Dio”, aveva appena 54 anni quando fu nominato a capo della Congregazione dottrinale, l’ufficio incaricato di difendere l’ortodossia.
Un impegno portato avanti con tenacia, specie in materia di etica sessuale, fatte salve le accuse che lo vogliono artefice di documenti volti a coprire casi di pedofilia all’interno della Chiesa.
Nel 1985 Ratzinger scrisse un documento “sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, mettendo in guardia dalla “propaganda ingannevole” dei gruppi pro-omosessuali e incaricando i vescovi di non accettare gruppi che “cercano di minare l’insegnamento della Chiesa, che sono ambigui su di esso, o che lo trascurano del tutto.”
Una lettera nella quale si faceva riferimento all’omosessualità come “male morale intrinseco”.
Sesso e Fede, come il Diavolo e l’Acqua Santa. Strano a dirsi, ma è proprio questo uno dei temi che hanno finito con il travolgere l’intransigente Chiesa cattolica.
Tanto per citare alcuni tra i casi più recenti di “rigore morale” della Chiesa, prendiamo come esempio quello di Mons. Jacques Gaillot rimosso da vescovo di Evreux, in Francia, nel gennaio 1995, dopo aver sfidato pubblicamente l’insegnamento della Chiesa su temi quali il celibato sacerdotale, l’omosessualità, la contraccezione e l’uso del preservativo come prevenzione dell’AIDS.
Un altro argomento difficile è il pluralismo religioso. Quella teologia del pluralismo religioso che Ratzinger definì “la più grave minaccia per la Chiesa.”
L’affermazione che il cristianesimo è allo stesso livello delle altre religioni, nel gennaio del 1997, al teologo Balasuriya, dello Sri Lanka, costò una scomunica (poi tolta) per aberrazioni teologiche.
Nonostante le scomuniche, alcune congregazioni e alcuni uomini di chiesa sono ancora oggi favorevoli al dialogo interreligioso, sostenendo che altre religioni del mondo sono in grado di offrire percorsi di Dio a fianco cristianesimo.
Dopo le “dimissioni” di Benedetto XVI, come affronterà la Chiesa temi come l’omosessualità?
Tra i cosiddetti “papabili”, i cardinali che sembrerebbero favoriti a sostituire Ratzinger, il cardinale Ouellet, stretto collaboratore del Papa, chiamato a Roma nel 2010 a capo della Congregazione per i Vescovi, inviato in “missione delicata in Irlanda” come rappresentante del Papa al Congresso Eucaristico di Dublino, quando la Chiesa irlandese si trovò al centro dello scandalo sugli abusi sessuali commessi da religiosi in danno di minori.
Ma appare saggio il non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Tant’è che Catherine Clifford, teologo presso la Saint Paul University, ricorda: “C’è il detto che chi entra Papa in conclave, esce cardinale”.
Altro candidato al soglio pontificio, il Cardinale Turkson del Ghana, apertamente contro l’omosessualità, a tal punto da difendere il disegno legge anti-gay in Uganda.
Un conservatore che si pone come obiettivo quello di applicare alla lettera i valori del regno di Dio e del Vangelo per l’ordine sociale, così come ha affermato nel corso di un’intervista con il “The Independent”, chiarendo fin da subito il proprio pensiero in materia di liberalismo e pluralismo religioso nella Chiesa cattolica.
Se i paesi sudamericani sono quelli che ospitano le maggiori popolazioni di cattolici, va anche detto che è l’Africa il continente in cui si registra un aumento esponenziale dei fedeli di Cristo. Ovvia dunque la domanda al Cardinale se lo stesso non ritenga che gli scandali sessuali che hanno messo a dura prova la chiesa americana e europea non finiranno con l’espandersi all’Africa.
Secondo Turkson non è neppure ipotizzabile che scandali del genere possano assumere la dimensione di quelli americani ed europei, visto che in diverse culture africane l’omosessualità non è tollerata dalla società.
Un fatto culturale legato ai ‘tabù’ di una società di tipo tradizionale che, a parere di Turkson, avrebbero protetto la popolazione da quella che definisce una tendenza.
“Il mio compito, è quello di contribuire a mantenere questa cultura – ha affermato Turkson.
Sesso e Fede, come il Diavolo e l’Acqua Santa.
Che sia il presunto – a volte ipocrita – “rigore morale”, la più grave minaccia per la Chiesa?
Gian J. Morici
Doriana ti invito a leggere la ‘cura pastorale delle persone omosessuali’ e poi a dire cosa ci trovi di così sconveniente o di fondamentalista nelle parole della lettera.
http://host.uniroma3.it/progetti/cedir/cedir/Lex-doc/SCV_SS/DO_past-omo.pdf
Fabio e Rino, siete orbi? Neppure ora che il re è nudo volete ammettere che sono stati fatti errori.
Fabio tu scrivi di criminali che infettano le menti dei nostri ragazzi e di porcherie, ma forse non li leggi i giornali e guardi solo a chi è diverso da te.