Sembrerebbe una storia inverosimile, se non fosse che ci troviamo in Italia, dove può accadere di tutto, tanto da costringere l’avvocato Giuseppe Lipera a scrivere al Presidente della Repubblica, al Segretario Generale della Farnesina, al Ministro degli Affari Esteri e alla Procura della Repubblica.
La storia, è quella di Gianluca Bianca, capitano del Fatima II, peschereccio scomparso nelle acque libiche lo scorso 12 luglio per poi essere ritrovato presso il territorio egiziano.
Mesi trascorsi senza notizie dell’uomo. Mesi che hanno gettato nella disperazione un’intera famiglia, 5 figli che vogliono sapere che fine ha fatto il loro padre, se è vivo e dove può essere.
È così che Marco, fidanzato della sorella di Gianluca, lancia un appello al Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, tramite Facebook, per sapere che interessamento c’è riguardo le ricerche del cognato.
Difficile immaginare la faccia e le emozioni di Marco nel leggere, il 27/2/2013, la risposta del Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi (o di chi per lui), lasciando trasecolato il legale della famiglia, avvocato Lipera.
Scrive il Ministro Terzi: “Salve Marco, penso che lei da persona esperta sappia che servono mesi per esercitare le pressioni internazionali necessarie a sbloccare dossier come questo … Ciò che posso fare, è lasciare nelle mie “consegne” al futuro Ministro un dossier su questo caso, considerandolo quindi un caso ancora aperto e meritevole di attenzione. Lei può farmi una breve relazione con i punti che lei stessi reputa importanti?”.
Difficile anche da un punto di vista giornalistico commentare la risposta del Ministro.
A domandarsi se si tratti di uno scherzo, è lo stesso avvocato Lipera, che chiede con assoluta immediatezza, e non con mera sollecitudine, che il Ministro Giulio Terzi indichi allo stesso, quale difensore o alla famiglia Bianca direttamente, il nome del Funzionario della Farnesina che tratta la pratica e quale Ambasciata Italiana, in Egitto o in Tunisia, si sta occupando delle ricerche del comandante dal peschereccio Fatima II, Signor Gianluca Bianca di Siracusa.
“La famiglia Bianca – scrive Lipera – non ha alcuna relazione da fare, ma semmai è essa che ha diritto di sapere con relazione circostanziata, altro che breve, tutto quello che sin qui è stato fatto da parte del nostro Stato per le ricerche di Gianluca Bianca e per assistere nel migliore dei modi questa famiglia totalmente disperata.
Non si possono attendere i tempi della politica e cioè di un Parlamento che si insidi e che voti la nuova fiducia ad un Governo con un nuovo Ministro degli Esteri.
Se un malato giunge in fin di vita ad un Pronto Soccorso non credo che i medici per intervenire attenderanno la nomina del nuovo Ministro della Salute, così come non credo che per arrestare un malfattore in flagranza di reato o perché latitante, Carabinieri e Polizia aspettino la nuova nomina del Ministro dell’Interno.”
Cosa si è fatto e cosa si sta facendo in queste ore, in questi giorni, per conoscere le sorti di Gianluca Bianca o per intervenire qualora dello stesso vi fossero notizie?
Una storia tutta italiana, dove un Ministro (o chi per lui), risponde ad un cittadino su un social network, chiedendo una relazione “con i punti che lo stesso reputa importanti”.
Se non fosse una vicenda tanto tragica, ci sarebbe da complimentarsi con Marco per il prestigioso ruolo assegnatogli di Ministro degli Affari Esteri, visto che si chiede a Marco – così come affermato dall’avvocato Lipera – di fornire una relazione con i punti ritenuti importanti, che, a modestissimo avviso di chi scrive, avrebbe dovuto fornire proprio il Ministro degli Affari Esteri.
Anche questa è l’Italia…
Gian J. Morici