Negli anni 50, Danilo Dolci, sociologo e attivista della nonviolenza, scelse la Sicilia ( Partinico, San Cataldo, Trappeto etc) per la lotta per il pane, il lavoro ,la democrazia e contro la mafia. Oggi è scomparso il coinvolgimento ,quello vero,quello fatto di partecipazione,quello della gente .Questo ha fatto sì che prendessero piede delle forme di pensiero economico e gestionale della cosa pubblica,costruite ad hoc da chi gestisce il potere ed “iniettate” a raffica verso il “popolo ignorante”,complice anche una martellante informazione che non lascia respiro di pensiero. Ascoltare i Tg è come vedere scorrere le immagini della quotidiana pubblicità, varia nei formati ma uguale nel messaggio: rating,banche,credito, ed ancora : Country ceiling rating, fattori qualitativi,fattori quantitativi,centrali di rischi, triple A ,stretta fiscale. E che dire dei grandi gruppi internazionali, una mafia “elegante” che detta le regole economiche dell’Italia,dell’Europa.Dai tempi di Danilo Dolci,oggi siamo più “alletterati”,più “tecnologici”ma fondamentalmente,nulla è cambiato.In molte famiglie manca il lavoro,il pane.La nostra democrazia è una democrazia indiretta, con rappresentanti eletti dal popolo che una volta “arrivati” non li riconosci più.Una democrazia ornata di un ingente quantitativo di scandali di corruzione e malversazione, molti dei quali degni di attenzione giudiziaria. Non desidero fare un’elenco dei politici corrotti,non basterebbe una pagina e non “sortirebbe” alcuna vergogna da parte loro. Di fronte a noi, a difendere posizioni che nulla hanno a che vedere con i diritti della gente, ma solo con la difesa di privilegi consolidati,ci sono sempre le stesse persone.Troviamo responsabili delle politiche nazionali che condividono con i padroni dell’economia interessi materiali, dettando decisioni agli amministratori territoriali. La politica sembra aver rinunciato al suo “ruolo storico”, quello della soluzione dei problemi sociali nell’interesse collettivo. James Hillman scrittore e saggista statunitense, diceva :“oggi la nostra teologia è l’economia”. Questa affermazione,questo pensiero ci convince un po’,ma non è tutto. Dobbiamo fare un passo indietro, rifare un percorso umano,politico ed intellettuale, una rivoluzione dolce e senza morti,una rivoluzione culturale.Dobbiamo tornare alle lotte di Danilo Dolci,altrimenti ai nostri figli lasceremo il “vuoto”.
Aldo Mucci