Aragona (Agrigento) – A detta del sindaco Parell (Vedi video) sarebbe stato per la convincente insistenza della Prof.ssa Pina Butera – dirigente scolastico del Circolo Didattico “L. Capuana” di Aragona – che l’amministrazione comunale si sarebbe convinta ad assicurare, sino al termine del 2012, il servizio di mensa scolastica a giorni alterni per le classi impegnate nel tempo prolungato, poiché per i rimanenti due giorni la scuola avrebbe provveduto in sostituzione ad avviare progetti alimentari ad-hoc.
A rovinare tutto, stavolta facendo chiarezza su un problema che annualmente si ripropone, è stato il consigliere Alfonso Galluzzo che nel corso del Consiglio comunale dello scorso 18 ottobre, interrompendo il sindaco che lo stava informando sulla bontà dei citati progetti alimentari proposti a suo dire dal dirigente scolastico, ha lasciato sbalorditi i presenti dichiarando: “U paninu da casa si portanu. Il progetto alimentare significa che hanno chiesto ai genitori di portare u paninu da casa, cu u prosciuttu, cu u salami, cu a mortadella. Ed è così perché c’ho mio figlio”.
In realtà la bontà di quei non meglio identificati progetti alimentari si sarebbe già scontrata con le lamentele dei genitori che hanno invitato il dirigente scolastico a trovare accettabili soluzioni. Attualmente solo le quattro classi delle elementari, coinvolte nel tempo prolungato, hanno diritto a godere per cinque giorni settimanali del pranzo completo, mentre i bambini di tutte e tredici le sezioni della scuola dell’infanzia fruiscono del servizio mensa per soli 3 giorni la settimana.
Se così fosse, il “progetto alimentare” di cui ha parlato il primo cittadino sarebbe inadeguato per gli stessi bimbi della scuola dell’infanzia con un pranzo incompleto dal punto di vista quali-quantitativo sia per il fabbisogno calorico-energetico quotidiano di cui necessitano i bambini, sia per il bilanciamento dei nutrienti che devono essere forniti in uno dei pasti principali. Allo stesso tempo occorrerebbe chiarire se la dieta seguita nel corso della settimana rispetti la tabella alimentare stilata dall’ASP.
Un servizio siffatto, ha tenuto a precisare il dirigente scolastico, è stato chiesto dall’amministrazione comunale aggiungendo: “certo, io che esigenza ho a predisporre un orario di questo tipo che mi crea un disservizio e una lamentela generale. Tant’è che di recente ho chiesto all’amministrazione di ritornare alla vecchia organizzazione, perché le lamentele dei genitori sono enormi ed io non posso fronteggiare tutte le richieste di prelievo perché ho una scuola con degli orari, un’organizzazione, ho un organico di docenti che devono fare un determinato servizio in un determinato orario. Non posso andare a svilire la stessa funzionalità della scuola perché l’amministrazione comunale non mi presta un opportuno servizio ”.
Alla richiesta della Prof.ssa Butera di ritornare alla vecchia organizzazione di refezione scolastica, l’amministrazione comunale avrebbe risposto che probabilmente sarà anticipata la fine del servizio mensa che dovrebbe essere garantito dall’amministrazione comunale in virtù di vincolanti impegni presi dalla precedente amministrazione mesi addietro, e per il quale le famiglie compartecipano per il 60% con l’acquisto dei buoni pasto; moneta sonante che giunge immediatamente nelle casse comunali. A questo punto il dirigente scolastico non esclude che la strada da preferire, nell’interesse delle famiglie e per il bene dei bimbi, possa effettivamente essere quella di una fine anticipata del servizio.
Le esternazioni del primo cittadino, e gli assensi di taluni suoi assessori, in contrasto con le dichiarazioni del consigliere Alfonso Galluzzo, del dirigente scolastico e dei genitori, rischiano di veicolare tra le famiglie il messaggio di un intervento inadeguato da parte dell’amministrazione nel risolvere una così importante criticità. Visti i risaputi problemi economici che attanagliano l’ente, per il futuro sarebbe auspicabile trattare con maggiore chiarezza e realismo tutte le questioni che riguardano l’erogazione dei servizi ai cittadini.
Per dovere di corretta informazione, nei giorni seguenti il Consiglio comunale, l’ente aveva diramato un comunicato stampa nel quale veniva riportato: “Il servizio di refezione scolastica (attivo dal 22ottobre 2012 – ndr) verrà espletato nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Per i giorni di martedì e giovedì i genitori dovranno prendersi l’onere di munire i propri figli di un pranzo a sacco, in quanto i bambini dovranno sfruttare comunque l’orario del tempo prolungato. La causa del disservizio è la non copertura finanziaria necessaria per assicurare la refezione scolastica quotidianamente”.
Totò Castellana
Dove sono finiti i fantomatici politici che attaccavano la vecchia amministrazione fomentando taluni genitori? Erano in campagna elettorale dimenticavo, non che gli interessasse il bene della scuola aragonese, solamente il proprio. Ci stanno togliendo quel poco che avevamo, vergogna solo vergogna!!!!!!!!!!!!
E l’Assessore alla Pubblica Istruzione Caramazza dove è andato a finire?
Pare che sia stato proprio Lui l’ideatore di questi progetti alimentari ad-hoc.
Assessore Caramazza, non sarebbe il caso di fare qualche intervento?
Dimenticavo Lei è di poche parole….credo anche di pochi fatti!!