Al sindaco, al vescovo, al presidente della provincia, al presidente della CCIAA, al sovrintendente beni culturali, al distretto turistico, alle associazioni di categoria, agli ordini professionali, al presidente del polo universitario, agli imprenditori della città, e a tutti i commercianti della via Atenea
Vendesi, affittasi, chiuso per trasferimento, li troviamo scritti in via Atenea, nelle saracinesche di tantissimi negozi del ” Salotto di Agrigento”.
Oltre 40 attività commerciali hanno chiuso i battenti in quella che è stata per oltre mezzo secolo la via commerciale più importante e ricca di tutta la provincia di Agrigento.
C’era di tutto in via Atenea, tante farmacie strapiene di gente, tantissimi negozi di alta moda, bar affollatissimi, sartorie raffinatissime, mercerie, drogherie, e negozi di diverse attività merceologiche oggi scomparse.
Personaggi che hanno fatto la storia del commercio: il mitico Comm. Ciccio Scalia l’antisignano in tutta la provincia di un grande negozio di altamoda, il vulcanico “Amerigo” precursore di una catena di negozi con diverse attività, “Anna Shop”, l’infaticabile “Signora Lillina” che portò il primo franchaising in città, il “Dr. Messina”, famoso per la sua eleganza e modi signorili nel “servire il cliente” i “Randazzo” che hanno quasi monopolizzato la vendita di vestiti per donna e uomo con almeno 6 negozi, “Igino Pecorilla” aperto anche la domenica dove tutti i ragazzi andavamo a comprare l’ultimo 45 giri.
Insegne leggendarie ed indimenticabili nella memoria dell’Agrigentino: Scozzari & Gaglio, Tabaccheria Cipolla, alta moda Randazzo, Nicasatro, bar Nazzari, Spatafora, Pescheria Moncada, Sarcuto, Black e waith, le Paoline e molte delle quali scomparse per sempre.
La via Atenea iniziava a porta di ponte e terminava fino al palazzo della camera di commercio dove di fronte fino al 66′ c’era la Standa.
La gente la percorreva tutta come in un moderno centro commerciale, si trovava tutto, dalla vite, alla sciarpa di seta, dalle bustine per fare i rasolii ai ricami.
Oggi, attraversandola, mi si stringe il cuore, nel vedere tante, ma proprio tante saracinesche abbassate, incontrare poca gente a spasso per la via e osservare i negozi quasi sempre vuoti di acquirenti. con i titolari e le commesse annoiati in attesa di vedere entrare un cliente. Che tristezza!
Fino a 5 anni fa non c’era nessun negozio chiuso, la via era sempre affollata di giorno e di sera, il sabato sera diventava il punto di riferimento di mezza provincia , una miniatura di via Frattini o via Montenapoleone, era il luogo dove si socializzava e dove si faceva lo shopping di moda.
La via atenea era il cuore commerciale di un’intera provincia, il sabato e la domenica era piena di “Forestieri” che portavano ricchezza in una città dove solo l’impiego pubblico era prevalente, l’economia girava bene e faceva girare l’indotto, nessuno si lamentava la gente era anche felice, dopo lo shopping si andava al Supercinema o a mangiare da Taglialavoro una pizza. Altri tempi!
Oggi invece, siamo quasi al culmine di un declino inevitabile per la via Atenea, un declino che può essere fermato solo se si riesce a convertire l’utilizzo dei magazzini e la finalità d’uso e sette interventi mirati che la potrebbero rilanciare.
Il declino, cosi per come è stata per 50 anni è inevitabile, la città si è svuotata per almeno due terzi.
Sono nate quattro nuove realtà residenziali ( Villaseta- Monserrato; Villaggio Mosè- Cannatello; Fontanelle; San Leone- Villaggio Peruzzo ) che hanno portato fuori dal centro storico, oggi semi deserto, almeno due terzi dei cittadini.
In pratica sono nate altre 4 piccole città, con le loro piazze, vie e parcheggi e tantissime attività commerciali che col tempo hanno fatto diminuire sempre di più la presenza di utenti in Via Atenea.
Contemporaneamente i “Forestieri” che venivano numerosi dai comuni limitrofi ed erano quelli che portavano più reddito, oggi oltre che ha trovare più comodi i negozi del Villaggio Mosè ( diventato nel frattempo un grande centro commerciale all’aperto) hanno avuto, finalmente i negozi di ultima generazione aperti proprio sotto casa loro.
Gli abitanti di: Favara, Raffadali, Porto Empedocle, Aragona un bacino di utenza doppio degli abitanti di Agrigento, nella maggior parte dei casi non hanno avuto più bisogno di venire in Via Atenea a comprare l’ultimo arrivo o altro.
Ecco in sintesi il motivo storico, unito agli ultimi 5 anni pieni di una devastante crisi economica, della crisi inarrestabile della via Atenea.
Siccome però. ho sempre pensato in positivo, ritengo che ancora oggi questa strada possa essere rivalutata con alcuni interventi sia del pubblico che del privato, senza scoprire l’acqua calda.
Basterebbe riconvertire la ” destinazione” prevalentemente commerciale a prevalentemente turistica.
In Via Atena e dintorni sono stati aperti decine di B&B locali notturni, ristoranti, paninerie ect. che l’ hanno da qualche anno a questa parte rivalutata ecco questa è la strada da percorrere.
SETTE interventi che non necessitano di grandi risorse economiche, poche risorse facilmente recuperabili con l’intervento di sponsor privati.
Ci sono parecchi imprenditori, oltre Moncada che già ha attivato una serie di ottimi interventi, ci sono anche i Catanzaro, i Campione, la Sap, l’Iseda, altri grossi imprenditori e le numerose banche presenti nel nostro territorio che potrebbero mettere mano al portafoglio e fornire consulenze e mezzi, insieme agli ordini professionali e commerciali.
In sintesi i sette interventi presuppongono di:
1) Sistemare urgentemente l’ enorme edificio destinato al polo universitario e trasferire gli uffci e le aule da dove è ubicato adesso.
ed aprire urgentemente la foresteria che mi risulta già completata.
2) Utilizzare i magazzini vuoti, agevolando l’apertura di attività legate all’università: copisterie, internet point, librerie, caffetterie, gastronomie ect.
3) Ristrutturare le abitazioni del centro storico per piccole residenze, agli universitari in inverno e ai turisti in estate.
4) Ristrutturare la scalinata Madonna degli angeli con una serie di interventi artistici alle pareti e rifare la scalinata con alzate in ceramica, personalizzandola con ceramiche artistiche con un disegno ad hoc.
5) Fare un reystaling a tutta la strada, personalizzandola con un’unica immagine coordinata di arredo urbano.
6) Ristrutturare la Porta di Ponte lato sud.
7) Progettare e realizzare un piano di marketing multimediale con un itinerario alla scoperta dei beni del centro storico.
Questi SETTE interventi mirati realizzabili in pochissimo tempo, con la costituzione di un comitato spontaneo di cittadini, senza interventi politici, ma con la solo presenza delle istituzioni e sponsor interessati, creerebbero nuove aspettative di interesse verso la popolazione residente, attirerebbero il turismo regionale che porterebbe nuova linfa economica alla via Atenea e al centro storico rivalutandolo nel suo insieme.
Tutttto questo provocherebbe una serie di aperture a cascata di tante attività sollecitate dalla presenza massiccia di turisti, studenti e addetti ai lavori che attirerebbero altre realtà economiche.
Tante presenze giornaliere darebbero ossigeno anche ai negozi, oggi in procinto di una inevitabile chiusura per mancanza di utenti.
I commercianti inoltre, attraverso fidelity card ed altre attività di attrazione a loro carico fornirebbero. con una moderata politica dei prezzi, altri spunti interessanti al rilancio commerciale.
Solo cosi salveremmo la nostra Via Atenea riportandola agli antichi splendori.
Giovanni Parisi
Gruppo FB Salviamo Agrigento