a tutti i concittadini
a tutti gli amici e conoscenti
Mi chiamo Giuseppe Cattano, ho 51 anni e sono agrigentino; risiedo nella città dei templi da oltre mezzo secolo ed attualmente abito nel quartiere periferico di Monserrato;
Sono un cittadino libero, che non ha mai fatto parte di organizzazioni partitiche e non ho alcuna velleità politica, nel senso tradizionale del termine e tristemente noto ai più;
Non cerco visibilità, nè trampolini di lancio, nè protagonismi di qualsivoglia genere, semplicemente desidero quale libero cittadino, uomo della strada, semplice numero tra la folla, far sentire la mia voce ed esprimere il mio pensiero, che per fortuna , il regime democratico vigente mi consente e mi abilita a fare.
Tra breve, quale popolo Siciliano, saremo chiamati alle urne per il rinnovo dell’Assemblea regionale e ciò avviene in concomitanza di una gravissima crisi economica e sociale che non solo attraversa l’intero nostro paese, ma che ha proporzioni di livello globale; la nostra terra di Sicilia, come è noto, da troppo tempo vive una marginalità molto pesante che di questi ultimi tempi evidenzia sofferenze indicibili di padri di famiglia che hanno perso il lavoro, di giovani laureati costretti ad emigrare, di famiglie stremate dai debiti e dalla miseria, da un caro vita sempre più crescente e un consumismo dilagante che già da tempo ha messo in ginocchio milioni di persone, sconfortate da una visione tutt’altro che rosea per il proprio avvenire e quello dei propri cari;
Il mondo della politica, che tutti noi abbiamo contribuito a far nascere e crescere, vive come scisso e disincarnato da quelle che sono le reali esigenze più comuni e quasi in contraddizione ed in antitesi a ciò per cui esso stesso avrebbe motivi e ragione di esistere, ovvero il servizio alle istanze della collettività;
Siamo invasi da un mare di simboli di partito, da volti vecchi e nuovi che inneggiano ad un riscatto possibile, ad una rinascita, al richiamo verbale a quei valori morali che quasi sempre, le esperienze passate ce lo insegnano, rimarranno soltanto belle parole e nulla più;
Abbiamo un diritto/dovere al voto che è necessario esercitare, ma ancor prima abbiamo l’urgenza, la necessità, il dovere civico di chiederci seriamente su chi riporre la nostra fiducia; non credo che disertare le urne sia una soluzione : faremmo il gioco di chi specula sui nostri disagi e paradossalmente li faremmo vincere “facile” ;
Serve l’impegno di ogni singolo cittadino, per pensare, volere, costruire una nuova Sicilia: non quella degli slogans, o delle magnifiche gigantografie o degli spettacolari comitati elettorali; non abbiamo bisogno di cocktais pagati, di cene con gli amici degli amici, o di chi ci offre la colazione al bar; e men che meno di chi ci offre denaro per estorcerci il voto, o che ci stringa il cappio al collo attraverso ricatti di ogni tipo;
Abbiamo bisogno di spezzare ogni catena con il malaffare , con il baratto scientifico, con questo “paracommercio” che ci ha sconquassati e che stiamo pagando tutti noi anche attraverso una pressione fiscale inaudita ed iniqua;
E’ una nuova cultura, una nuova COSCIENZA che devono avere il sopravvento in tutti noi : quelle del lavoro produttivo, dell’abbandono dei favoritismi, dell’azzeramento del clientelismo, dello schierarci contro l’opportunismo più sfrenato,l’immoralità , la corruzione;
Ne saremo capaci? Non sono molto ottimista, conosco purtroppo l’apatia e il senso di rassegnazione che aleggia da troppo tempo tra i miei conterranei, e so che tante volte, per pigrizia o per disfattismo, ci lasciamo abbindolare e condurre verso orizzonti disastrosi.
Voglio solo sperare, che il fondo che tutti abbiamo già toccato, costituisca per ognuno di noi un serio, disinteressato, coerente momento di riflessione propedeutico ad una risveglio delle singole coscienze preludio fondamentale per iniziare a realizzare delle concrete azioni di rottura con il passato e proiezione futura verso il bene comune.
Giuseppe Cattano
Caro Peppe,
la penso esattamente come Te.
Quello che mi addolora – e che mi fa star male da morire – è il fatto che molta gente la pensa né più, né meno, come noi. Quello che non riesco a capire è l’apatia di tutte le persone oneste (e penso che siano una miriade) che non riescono a coagularsi fra di loro al fine di dare una spallata a chi ha contribuito a costruire, in questi anni, questo sistema di clientelismo, di mallaffare, di connubio fra mafia, politica e certa impredintoria. Spero solo che il 28 ottobre i cittadini riescano a spezzare le catene mentali create da uno stato di bisogno che li rende schiavi, e che riescano, con un grande gesto liberatorio attraverso un voto libero, a madare a casa tutti gli individui che hanno ridotto la nostra regione all’ultimo posto della nostra bellissima Nazione. Che Dio ci assista……
Egregio Sig. Giuseppe Cattano, anch’io condivido il quadro desolante descritto. E’ quello che purtroppo ci accomuna.
Riguardo alla scadenza elettorale ormai in arrivo, a mio parere la questione è anche un’altra: è chiaro che ognuno di noi ha le sue idee politiche, ha la sua Politica, questo è il bello dei sistemi democratici.
Ma una volta eletto il nostro rappresentante, che abbiamo scelte sulla scorta dei più disparati motivi, dai quali escludo lo stato di bisogno perchè “con la pancia vuota è difficile pensare” , alla cittadinanza manca la forza di compiere un ultimo sforzo, il più importante, quello che costituisce la vera differenza tra democrazia partecipativa e democrazia così come la conosciamo oggi: il diritto di chiedere spiegazioni ai nostri rappresentanti.
Infatti, nessuno può negare che la gente è quasi interessata alla Politica nei giorni antecedenti al voto (anche in questo caso voglio deliberatamente escludere ogni interesse particolare) , si informa, legge, commenta, si inalbera, esulta. Poi, come d’incanto, tutto torna a sopire.
Se il politico eletto non viene colpito da provvedimenti giudiziari, difficilmente sento discutere di Politica e non di partiti.
Occorre parlare di Politica e non di politici.
Questa nostra disattenzione ha portato alla situazione paradossale che ogni confronto sulla Politica degeneri in risse da curva sud dello stadio.
Penso ad esempio ad un sistema che, come avviene in campagna elettorale, veda il rappresentante eletto tornare a discutere su quello che ha fatto o non ha fatto, di quello che spera di fare o che non potrà fare mai, accogliendo le istanza di tutti i suoi concittadini, non solo i suoi elettori.
Ormai siamo scappati dalla Politica, stanchi di assistere a spettacoli e discorsi di ogni tipo: ma è proprio in questo momento che occorre aumentare la nostra attenzione.
Concluso il voto, qualunque risultato essi ci consegni, devo e dobbiamo avere il coraggio di chiedere, di esercitare il nostro sacrosanto diritto di essere ascoltati e informati.
Tutto questo per evitare in futuro che la nostra memoria ci tradisca ancora una volta.
In Messico, gli zapatisti hanno forgiato un nome per un nuovo processo democratico: “caminar preguntando”, ossia “camminare domandando”.
Cordiali saluti
Egregio Sig. Alfonso Albano, come non trovarmi assolutamente daccordo su quanto da lei esposto? Non aggiungo nulla, desidero lasciare spazio a chi come lei sa interpretare e capire perfettamente la realtà delle cose ed il disagio che tutti stiamo vivendo.Grazie.