I democratici della Terza Repubblica tornano a compattarsi. A differenza delle grandi signore del mare – che rischiano l’estinzione – la balena bianca siciliana gode di ottima salute. Ha solo ribattezzato la sua progenie, così da chiamare i cuccioli Udc, Pdl, Pd, Pid, Grande Sud, Partito dei Siciliani. Dopo aver divorato i brandelli di quelle che erano le formazioni più estreme e caratterizzate, l’unico rischio vero è la possibile antropofagia interna alla famiglia.
Le piazze non hanno dato spallate. Non è accaduto in Grecia, in Spagna, perché mai dovrebbe accadere in Italia o nella centrista Sicilia dove la vecchia DC deteneva oltre il 30% dei consensi, sfiorando a volte il 40?
Quello che i partiti politici hanno messo in piedi in Sicilia, è un matrimonio d’interesse finalizzato alla gestione del potere. Tanti pescatori (di voti) in un mare di moderati, che ha lasciato il vuoto tanto a destra quanto a sinistra, con le uniche eccezioni, in quest’ala, di Sel, Italia de Valori, Rifondazione comunista e qualche lista tinta di sfumature rosso o verdi, al cui interno non manca la tinta bianca.
Novità delle prossime imminenti elezioni regionali, potrebbe essere il Movimento 5 Stelle, espressione di un voto di protesta che in Sicilia non ha ancora un vero volto.
Visto che in un modo o nell’altro, moriremo tutti democristiani, perchè non fare un partito unico?
Gjm