Sembra quasi un gioco quello che alcuni agrigentini hanno creato sul social network Facebook, creando una pagina nella quale ognuno di loro scrive ciò che farebbe se fosse lui ad amministrare questa città. Tra il serio ed il faceto nascono proposte e dibattiti interessanti.
Ma in un momento di crisi economica, quale quello che stiamo attraversando, e ancor più di crisi dei valori e della politica, investita quotidianamente da scandali che in altre nazioni avrebbero già portato a drastici cambiamenti, come disinteressarsi di aspetti a dir poco inquietanti che rischiano di incidere profondamente nella cultura, nel concetto di onestà e di democrazia di un popolo?
Senza aver la pretesa di analizzare la gravissima crisi che attraversa l’intera classe politica italiana, condannando inesorabilmente tutti i partiti dell’intero arco istituzionale che, lontani dai problemi e dalle sofferenze degli italiani, hanno perso il senso della realtà, vogliamo quantomeno attenzionare quello di cui tutti ci accorgiamo, ma che spesso resta solo un discorso da bar senza che nessuno abbia mai il coraggio di affrontarlo realmente.
Quante volte ci siamo chiesti come fa quel tal impiegato, magari monoreddito, a permettersi un’auto di lusso, abiti griffati, seconda casa, gioielli e crociere?
Come non accorgersi che nell’ultima città d’Italia (Agrigento) il numero di sportelli bancari e finanziarie è tale da far impallidire le città più industrializzate di paesi ben più ricchi di quello nostro?
E se a lanciare l’allarme sull’evasione che ha indicato in Agrigento e Ragusa le aree a maggior rischio, fu il servizio di Mauro Giliberti, andato in onda nel corso del programma di Vespa, partendo dagli studi effettuati da Unioncamere Veneto, l’aspetto ancor più preoccupante è quello relativo al riciclaggio e alla corruzione.
Il dato quantificato della corruzione in Italia, viene stimato in 60 miliardi di euro, una cifra che sarebbe pari al 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa. Dati che emergono da quanto pubblicato a Berlino da Trasparency, nell’indice annuale sul Corruptions perception index (CPI) per il 2011.
Orbene, si può pensare che nella non industrializzata, non turistica, non commerciale, non ricca città dei templi, il sommerso sia solo frutto di evasione fiscale – e sarebbe già grave… -, e non di altra natura? L’ultima città di quel Paese che termini di corruzione viene ormai classificato come tangentland, e collocato dopo paesi come Botswana e Malaysia, appena appena davanti a Ruanda, Arabia Saudita e Russia, sembra apparentemente l’unica verginella di un casino.
Eppure, basta guardarsi intorno per vedere i segni di una impossibile ricchezza. Le “sfilate” di auto di grossa cilindrata e di lusso, sono solo la punta dell’iceberg. Spesso nelle mani non di ricchi imprenditori, ma in quelle di soggetti dal reddito facilmente controllabile. Ma come fanno?
Come fa chi, dopo qualche anno di attività politica, cambia un paio di automobili e ne acquista qualcun’altra per i familiari? E se per una vita hai lavorato con un misero stipendio, al quale si potrebbe aggiungere un altro basso reddito proveniente dal coniuge, come fai a permetterti anche l’acquisto di una seconda casa al mare e le vacanze estive in altre regioni?
C’è chi invece non spende nulla per sé stesso, ma, sensibile ai bisogni della gente, oltre alle decine e decine di migliaia di euro impegnati per le campagne elettorali o le iniziative politiche, preso dalla “sindrome del filantropo” elargisce in “prestiti senza ritorno né interessi” cospicue somme di denaro.
È così difficile verificare la situazione patrimoniale di un qualsiasi soggetto prima di un mandato elettorale e successivamente al mandato stesso? È difficile verificare i movimenti bancari di soggetti il cui reddito non è poi così elevato? Considerato inoltre che ogni volta per intere settimane siamo costretti a vedere i “ritratti elettorali” di centinaia di candidati, e che per legge le spese elettorali dovrebbero essere documentate, non è neppure difficile effettuare i controlli incrociati che permetterebbero di verificare eventuali irregolarità.
Agrigento povera lo è davvero (o quantomeno la maggior parte dei cittadini se non è al disotto della soglia di povertà, poco ci manca), ma se io fossi…
gjm