Sono quasi 200 gli agrigentini che hanno firmato la petizione online promossa da un gruppo nato su Facebook, per dire “No” alla costruzione di 38 alloggi in un’area del centro storico ritenuta a rischio.
Un progetto che, a prescindere dalle nuove prese di posizione, ha già fatto discutere molto. Questo la petizione alla quale si può aderire telematicamente, tramite il sito firmiamo.it :
APPELLO AI CITTADINI E AI CONSIGLIERI COMUNALI DI AGRIGENTO
La lezione della frana del 1966 continua a non essere capita.
Dopo gli scandali di allora e la devastazione della città che li determinò, si torna a violentare il centro storico di Agrigento, anzi il cuore del cuore del centro storico, il rione di Terravecchia.
Si vogliono costruire ex novo 38 alloggi nell’area dell’ex Istituto Schifano. Le relative pratiche, sulla cui legittimità sta indagando la Procura, non sono mai state portate in Consiglio comunale per una discussione larga, partecipata, senza pregiudizi né sbocchi preordinati.
Noi facciamo appello al nuovo consiglio comunale per cancellare il progetto Terravecchia o per lo meno per bloccarlo il tempo necessario a chiarirne tutti gli aspetti oscuri e problematici.
E ciò per tante ragioni. L’area dei previsti alloggi è un’area fragile: sono accertati alcuni ipogei proprio in quell’area, a pochi metri sotto la superficie, che verrebbero distrutti dagli sbancamenti o potrebbero rendere insicure le case da costruire. E’ un’area di notevole interesse archeologico: vi sono resti visibili di una chiesa medievale e alcuni pensano anche di età greca, ancora non visibili. Costruire in questa area, peraltro pubblica, 38 alloggi è dunque un’operazione ad altissimo rischio. La tipologia degli alloggi non è coerente con la storia del luogo, centro monumentale dell’Agrigento tre-quattrocentesca con alcune emergenze architettoniche ancora oggi presenti, come il palazzo Pujades ( l’ex Granata) il palazzo di Montaperto ( l’ex condotta medica) e il palazzo Filippazzo e altre meno note come il convento delle Raccomandate. Siamo a poche decine di metri dalla chiesa di Santa Maria dei Greci e dalla Cattedrale in un contesto urbano di colpevole abbandono, di assenza di spazi, accessi e vie di fuga e di servizi pubblici e si punta irresponsabilmente ad aumentare l’indice di affollamento quando semmai andrebbe diradato. Risulta inoltre inaccettabile la scelta di far costruire ex novo alloggi invece di puntare al recupero e alla valorizzazione dell’esistente per cui si avrebbe come risultato finale l’innesto di un corpo estraneo di 38 alloggi moderni in un contesto di abbandoni, rovine e insicurezze. Noi riteniamo che gli interventi nel centro storico di Agrigento debbano avere tutt’altra impostazione. Rispetto assoluto della trama di pieni e vuoti cucita da secoli di storia, recupero dell’esistente, attraverso il pieno coinvolgimento dei residenti, restauro dei luoghi, alleggerimento laddove è possibile, creazione di servizi e sostegno alle attività economiche legate al turismo spontaneamente emerse in questi ultimi anni, trasferimento nel centro storico di alcuni corsi universitari.
Noi che pensiamo la città come “uno stato d’animo, corpo di costumi e tradizioni, risultato di un lento sedimentare di fenomeni e di fatti”, riteniamo che sul piano politico debbano essere favoriti molti piccoli interventi coordinati e non pochi massicci interventi, esterni e con finalità speculative. Il progetto Terravecchia va fermato e aperta una discussione ampia con la città sul modo con cui tutelare e rivitalizzare il centro storico. Nessuno può pensare di stravolgere per sempre, con un semplice e frettoloso progetto dell’Ufficio tecnico, un contesto urbano ricco di secoli di storia, testimone della vita di tante generazioni passate che l’amministrazione comunale “‘non ha avuto in eredità dai nostri padri ma solo in prestito dai nostri figli”.
Agrigento, 12.06.2012