Nessuna aggravante a chi uccide la moglie a martellate senza infierire

Sentenza Cassazione Penale del 4 luglio 2012

“L’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus: siamo indignate sia come Associazione sia come donne.”

Ad affermarlo, l’Avv. Anna Maria Marinelli, Coordinatore Regione Puglia Associazione Donne per La Sicurezza Onlus

“E’ una sentenza che richiama le aule di giustizia alle proprie responsabilità ovvero il dovere di emanare sentenze eque e non inique..

Nelle motivazioni, la Suprema Corte spiega che “il legislatore ha configurato l’aggravante in esame allo scopo di punire con maggiore rigore comportamenti nei quali la finalità ultima di provocare la morte della vittima si accompagni alla volontà di arrecare sofferenze non direttamente collegate alla causazione dell’evento morte, e non finalizzate a tale ultimo scopo.”

L’uomo era stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello di Bari, il 31 maggio 2011, con l’aggravante della crudeltà. Aggravante che ora è stata esclusa dalla Cassazione che ha accolto sul punto la tesi difensiva, ordinando l’annullamento della sentenza impugnata relativamente alla circostanza aggravante della crudeltà e al trattamento sanzionatorio.

L’assurda motivazione su cui si basa l’annullamento è la seguente: “Colpire ripetutamente con veemenza e furore è un gesto finalizzato all’omicidio non alla volontà di infliggere alla vittima sofferenza gratuita.”

L’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus, da sempre in prima linea per i diritti delle donne e dei minori, rinnova la sua solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime uccise in quel tragico giorno di due anni fa e che oggi si trovano a dover fronteggiare, oltre al dolore per la perdita dei loro cari, anche la sofferenza di questa ennesima ingiustizia, di non veder nemmeno riconosciuto loro il diritto ad ottenere una giusta sentenza.

Secondo l’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus, il discutibile esito, frutto di una decisione della Prima Sezione Penale della Cassazione, che ha detto sì alla revoca dell’aggravante della crudeltà nei confronti di Giovanni V., 36enne di Canosa di Puglia che, il 2 agosto 2008, colpì selvaggiamente e ripetutamente con un martello la moglie Lucia D.M., dalla quale si stava separando, e la suocera Maria Grazia P., provocandone la morte quasi immediata per gravissimo trauma cranio- encefalico, appare essere artatamente un pretesto per deresponsabilizzare l’autore di un reato e minimizzare un tale gesto, produttivo di conseguenze inumane e disumane.

In un contesto caratterizzato dalla perdurante mancanza di certezza della pena nei confronti soprattutto di vittime di reati così atroci e disumani e nei confronti dei familiari che vedono così tradito e disatteso il proprio diritto ad una sentenza giusta oltre che di tutela dei diritti umani più elementari, questa sentenza deve interrogare necessariamente le autorità italiane in merito alla rivisitazione e modifica del sistema sanzionatorio così come rubricato, perché altamente deficitario oltre che iniquo.

L’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus auspica che tale sentenza sproni il Parlamento a modificare una buona parte delle norme penali, nel caso specifico la parte riguardante le aggravanti, per prevenire ulteriori tragiche violazioni dei diritti umani, come il cruento omicidio di queste due donne, perpetrato in un modo così efferato e disumano”.

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