Si legge, su varie riviste e quotidiani, della sentenza TAR che ha respinto il ricorso di un imprenditore riberese alla bocciatura del suo progetto di costruire un centro polifunzionale nellambito sanitario.
Il progetto, a firma dellarch. Francesco Fiorino di Ribera e delling. Francesco Fiorino di Sciacca, che ha ricevuto a posteriori la mia supervisione, prevedeva la realizzazione di poliambulatorio, attrezzature e servizi sanitari, quali centri di riabilitazione e diagnostica, farmacia, residenza medico-sanitaria assistita ed ogni altro servizio connesso al funzionamento di un centro sanitario completo.
Il centro sanitario avrebbe creato decine e decine (se non centinaia con lindotto) di posti di lavoro (e non di posti e basta).
Quando cè chi si compiace dellaffossamento di una iniziativa imprenditoriale, la cui procedura era persino stata concordata e chiarita presso lassessorato regionale, bisogna chiedersi quali siano i suoi interessi in quel senso.
Forse possono essere interessi consolidati nel campo della assistenza socio-sanitaria riberese e si ha paura del sorgere di iniziative parallele ma non concorrenti? (domanda retorica) Non lo so.
Il mio era ed è un interesse di tipo professionale. Per mestiere faccio il progettista, e seguire un progetto così ambizioso non mi dispiace. Limprenditore mi aveva chiesto lo scorso anno di redigere una relazione sulla cronistoria del procedimento amministrativo seguito e lo avevo fatto. Ho letto le carte in modo sequenziale constatando che limprenditore aveva ed ha tutte le ragioni per appellarsi alla sentenza TAR. Sentenza che non pregiudica, a mio avviso, per le stesse motivazioni riportate dagli uffici comunali, la possibilità di presentare e far approvare il progetto. Mi auguro che il progetto, comunque, possa trovare esito favorevole in un prossimo futuro, se non facciamo scoraggiare limprenditore.
Sono certo che il nostro sindaco saprà trovare i modi adatti alla politica per scongiurare tale ipotesi, come è suo costume nei confronti di tutte le attività produttive ed imprenditoriali in generale.
Certo è che qualche galoppino si spinge a scrivere lettere a difesa della burocrazia tecnica comunale riberese, facendola assurgere ad esempio da seguire in quanto a precisione e qualità.
Vivere in un edificio a forma di carcere, come è quello che ospita lufficio tecnico comunale di Ribera, evidentemente non fa bene a qualcuno e non gli consente, chiuso comè in quel fabbricato, di ascoltare unopinione pubblica diffusa non certamente lusinghiera nei confronti di ciò che si fa in quel palazzo.
La maniacale e compulsiva precisione con cui vengono esaminate le richieste dei cittadini per ottenere un certificato o unautorizzazione allungano i tempi di settimane o mesi (ci sono pratiche ferme da oltre 25 anni), quando in altri Comuni vicini le stesse richieste vengono soddisfatte in poche ore o giorni. Da noi si persegue la precisione provata, riprovata e comprovata, riscontrata, confermata, aggiornata e misurata, fino al raggiungimento della sublimazione burocratica dellimpossibile perfezione.
RIBERA MORIRA DI PRECISIONE.
Per fortuna non tutti gli impiegati comunali sono così, altrimenti Ci sono tecnici comunali con i quali si chiarisce subito e ci si intende, come normalmente dovrebbe avvenire ovunque. Siamo precisi!
Forse, invece, a qualche funzionario comunale non è arrivata leco, che attraversa lintera nazione, riguardo alla necessità di snellire le procedure burocratiche, che devono essere certe ed univoche. Univoche.
Allimprenditore non interessa sapere chi è il sindaco o il dirigente pro tempore.
Limprenditore vuole certezze per il suo investimento, dallinizio alla fine. E non può vedersi approvato il progetto preliminare che lo spinge allinvestimento, per poi vederselo respingere con tutto ciò che comporta in quanto ai rischi per la sua impresa. Questo non interessa limpiegato di ruolo con il sedere al caldo o al fresco a spese nostre, a seconda delle stagioni?
Gioite, gioite.
Un’altra iniziativa imprenditoriale a Ribera è stata bloccata dalla grande capacità che i nostri uffici hanno dimostrato di conoscere leggi, sentenze, procedure ed interpretazioni che porteranno Ribera in alto, molto in alto. Nel punto più alto di Ribera cè una croce ed un cimitero.
Viva la vita.
Ribera, 4 luglio 2012
Arch. Giuseppe Mazzotta