T’amo pio bove; e mite un sentimento
di vigore e di pace al cor m’infondi…
E come non amare un popolo che al giogo s’inchina contento e risponde con il giro dei pazienti occhi a colui (o coloro) che esorta e punge? Un popolo meraviglioso, frutto di quel “divide et impera” che permise ai romani di dominare quel loro mondo, dividendo l’opposizione in modo che non diventasse mai un potere tanto forte da poter costituirsi contro un obiettivo comune.
Quella stessa Roma antica, alla quale si deve la locuzione “panem et circenses”, trasformata nella Napoli borbonica in “feste, farina e forca”.
E se ogni tempo ha i suoi governi e le sue regole, adesso è tempo di ridurre ciò che va dato al popolo. C’è la crisi… Tolta la farina, restano feste e forca. La stampa, arma di distrazione di massa, dà grande risalto ai campionati europei. Già, mentre si varano le restrizioni che porteranno alla perdita di centomila posti di lavoro nella pubblica amministrazione e mentre si è già progettato come distruggere i rimanenti posti di lavoro nel privato, gli italiani – anche quelli che al ritorno delle ferie troveranno i cancelli delle fabbriche chiusi -, si son stracciati le vesti per un’Italia che ha perso la finale.
Ricordate il caso della povera Eluana Englaro?
L’Italia si divise in due sul caso Englaro. Quanti commenti sprecati sui giornali online, su Facebook, sui forum? Un padre venne trasformato in mostro e una povera disgraziata doveva essere costretta a vegetare perché c’era chi sosteneva che avrebbe anche potuto aver figli. C’era un caso Englaro? Più che di caso Englaro, dovremmo parlare di distrazione di massa, perpetrata da quanti avevano interesse a far sì che passassero inosservati un paio di punti previsti dal famigerato “Pacchetto sicurezza”:
1) La norma salva preti pedofili, che prevedeva si dovessero comunicare al vescovo eventuali indagini su un sacerdote della stessa diocesi, o al Papa, nel caso in cui l’indagato fosse un vescovo;
2) la norma che prevedeva la possibilità di patteggiare una pena in tutti i tre gradi di giudizio. In quel momento, Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio, rischiava una condanna ad una pena detentiva che rischiava di mandarlo dritto dritto in galera.
Superato quel momento, nessuno parlò più di diritto/dovere alla vita, di questione morale, di principi religiosi, di leggi che dovevano servire a regolamentare la materia del fine vita. Cos’è, non ci sono più i casi di coma irreversibile? Non c’è più nessuno costretto a vivere allo stato vegetativo? Ma il popolo bue, di tutto questo non si accorge…
Il mondo degli “allocchi”, sapientemente orchestrato dalla stampa di regime, si dispera per la sconfitta subita ai campionati europei.
Dinanzi al calcio, persino i Santi finiscono in panchina. Mentre la nazionale giocava la partita, ad Agrigento il fedele popolo di San Calogero sospendeva la processione per seguire i campionati di calcio. Ma questa volta, il Santo nero il miracolo non l’ha fatto. Forse era nero anche lui per motivi ben diversi da quelli etnici.
Siamo gli spettatori di un dramma-commedia, ai quali si fa vedere solo ciò che si vuole.
E tra il popolo degli animali cornuti, siamo ben lontani dal fiero toro che nell’arena, alle cinque della sera, trafigge Ignacio Sánchez Mejías.
Siamo il bove di Carducci, “che al giogo inchinandoti contento/ l’agil opra de l’uom grave secondi: Ei t’esorta e ti punge, e tu co ‘l lento/ giro dè pazienti occhi rispondi.”
Quel bue che non vede i posti di lavoro che si perdono, i tagli alle pensioni, l’aumento delle tasse, la riduzione dei servizi e le vacche che ingrassano in parlamento, votando contro il taglio alle pensioni d’oro e agli stipendi.
E se Monti fa solo l’interesse di banche e poteri economici, altrettanto vero è che spetta al parlamento varare le leggi. Se solo i nostri parlamentari volessero – come hanno fatto per impedire che si facesse la patrimoniale – potrebbero bloccare le leggi di macelleria sociale.
“L’Italia ha perso – scrive Beppe Grillo nel suo blog -, l’Italia ha vinto. Contro la Spagna lo spread è stato di 4 a 0 a favore degli iberici. Noi abbiamo fatto la parte del toro, o forse del bue. Chi ha vinto? Le banche spagnole, che hanno finanziato il calcio (senza di loro non esisterebbero né il Barcellona, né il Real Madrid attuali) e che oggi vengono salvate dalla BCE, e quindi anche dall’Italia, con 100 miliardi di euro. Ha vinto il calcio più indebitato. Ha vinto il presidente ucraino che ha avuto sul palco d’onore i primi ministri della UE, Rigor Montis compreso, che si sono salvati l’anima mandando la letterina di Babbo Natale a Viktor Yanukovich, mentre la Timoshenko continua a marcire in carcere. Ha vinto la corruzione nel calcio italiano che, vittoria dopo vittoria della Nazionale, è scomparsa dal radar dell’informazione. Hanno vinto i giornalai e le Istituzioni che hanno usato il calcio per nascondere il nostro cratere morale e economico. Hanno vinto anche i calciatori e l’allenatore premiati con un invito dal Quirinale e la sconfitta più pesante della storia centenaria del calcio italiano in una finale o in una semifinale. Chi ha perso? Gli italiani, come al solito, ma forse per loro questa sconfitta vale più di cento vittorie.”
Non molto diverso è quanto affermato da Marco Travaglio. Ma, agli italiani, poco importa…
gjm