Agrigento – Mentre continuano ad infuriare le polemiche sulla “intempestività” dell’operazione “Nuova Cupola” che avrebbe interferito con l’indagine mirata all’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro, i Gip del Tribunale di Agrigento Zammuto, D’Andria, Davico e Mosti, su delega del Gip del Tribunale di Palermo, hanno concluso gli interrogatori degli arrestati.
L’operazione “Nuova Cupola”, avrebbe azzerato il nuovo organigramma di Cosa nostra di Agrigento, che, dopo la cattura dei boss Giuseppe Falsone e Gerlandino Messina si stava riorganizzando.
52 le persone coinvolte nell’operazione antimafia, tra le quali Leo Sutera, presunto nuovo reggente provinciale di Cosa nostra, Fabrizio Messina, fratello dell’ex latitante Gerlandino e Francesco Ribisi di Palma di Montechiaro.
5 i fermi non convalidati dai Gip (Rosario e Salvino Mangione, 26 e 39 anni, di Raffadali, Giovanni Rampello, 25 anni, di Agrigento Vetro, 54 anni, di Sciacca e Vincenzo Cipolla, 50 anni, di San Biagio Platani).
A Vincenzo Cipolla, difeso dagli Avv.ti Laura Grado e Mormino, era stato contestato il reato di estorsione con l’aggravante dell’articolo 7 (metodo mafioso). Interrogato ieri presso l’aula bunker della casa circondariale agrigentina, alla presenza dell’Avv.to Grado che ha assistito il proprio cliente, il Gip, Dott. Mosti, non ha convalidato il fermo, ritenendo insussistenti i gravi indizi indicati dalla D.D.A.